San Vero Milis, Omar Sosa e Gustavo Ovalles in concerto

Domani a San Vero Milis il pianista cubano Omar Sosa e il percussionista venezuelano Gustavo Ovalles in concerto alle 21.30 nel giardino del Museo Archeologico


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Il rigoglioso pianismo di Omar Sosa si sposa con le percussioni multicolori e multiformi di Gustavo Ovalles nella serata di domani (sabato 5 agosto) a San Vero Milis per il diciannovesimo festival Dromos, in pieno svolgimento (fino al 15 del mese) con la sua formula itinerante in vari centri dell’Oristanese. Il musicista cubano (al fender rhodes, pianoforte ed elettronica) e il percussionista venezuelano salgono alla ribalta del palcoscenico nel giardino del Museo Archeologico alle 21.30 (ingresso a 10 euro) in un appuntamento proposto sotto il titolo “Ritmos de Ayaguna” con un chiaro riferimento all’album registrato dal duo nel 2003 (“Ayaguna”).
 
Classe 1965, nominato sette volte ai Grammy, Omar Sosa è uno dei jazzisti più versatili e completi della sua generazione. È stato capace di fondere mirabilmente un’estesa gamma di elementi jazz, di world music e di elettronica con le sue radici afrocubane, riuscendo a creare una sonorità fresca e originale, dal forte sapore latino, ma lasciando sempre grande spazio all’improvvisazione. La carriera di Sosa incarna la mentalità aperta di un artista giramondo (ha vissuto nel nord e nel sud America, a Cuba e in Spagna) e visionario, che ha lavorato incessantemente per cercare di costruire una visione musicale coerente e personale, davvero cosmopolita. Una ventina di dischi da leader in circa un quarto di secolo di attività professionale parlano da soli. Una così nutrita e interessante produzione musicale comprende ben sei album di piano solo (l’ultimo, “Senses”, è del 2014), una formula che ancora oggi forse predilige, ma anche i magnifici duetti con il trombettista Paolo Fresu (un sodalizio collaudatissimo testimoniato da tre album: il più recente è “Eros”, dello scorso anno), qualche lavoro orchestrale e, negli ultimi tempi, anche il Quarteto Afrocubano, interamente composto da suoi connazionali, con cui ha inciso nel 2015 “Ilé”, lavoro decisamente riuscito e suggestivo.

Dopo cinque anni di studi al Conservatorio di Caracas, la città dove è nato nel 1967, Gustavo Ovalles si è dedicato alle percussioni e alla danza tradizionale del Venezuela studiando con grandi maestri e in giro per i villaggi della sua terra per trovare le radici della musica tradizionale. La sua ricerca l’ha poi portato all’Avana dove ha lavorato con maestri di percussioni batà. Questo bagaglio di esperienze e di strumenti che includono maracas, culoepuya, quitiplas e bata, gli ha permesso di lavorare, fin dal suo arrivo in Francia nel 1997, con grandi artisti del mondo della salsa, del jazz e di far incontrare la sua musica tradizionale con quella di musicisti di tutto il mondo. Ha partecipato a numerosi festival jazz, come Montreal, il North Sea Jazz Festival in Olanda e calcato palchi prestigiosi come la Carnegie Hall e il Blue Note di New York e a Tokyo.

 
Il sodalizio artistico tra Omar Sosa e Gustavo Ovalles nasce nel 1999, ed è alla base anche dell’album “Ayaguna” uscito nel 2003, registrato nel corso del concerto tenuto il 25 luglio del 2002 al Motion Blue di Yokohama (uno dei club giapponesi aderenti al prestigioso circuito internazionale Blue Note). Il titolo del disco, “Ayaguna”, si ispira direttamente a una pratica religiosa della cultura Yoruba dell’Africa Occidentale conosciuta a Cuba come Santeria. 
 
Il festival Dromos, che va avanti fino a Ferragosto, propone domenica (6 agosto) due diversi appuntamenti. A Morgongiori, in occasione della manifestazione Monte Arci in Festa (con degustazione dilorighittas, la tipica pasta locale), parata musicale alle 19.30 e poi concerto, alle 22, dei Funk Off, la prima funky marching band italiana.
 
Oristano, invece, alle 21.30, si tiene Tattiche di evasione – Perlustrazioni nella musica di John Cage, una conferenza-spettacolo ideata da Valerio Corzani con il clarinettista Gabriele Mirabassi e il fisarmonicista Simone Zanchini incentrata su uno dei compositori più rivoluzionari del novecento, John Cage, appunto. Inizialmente previsto all’ex carcere in piazza Manno, l’evento cambia sede per ragioni logistiche e si trasferisce all’Auditorium di San Domenico.
 
Come già annunciato, infine, slitta a data da definirsi l’incontro con John Searle: per motivi familiari, il filosofo statunitense non potrà infatti partecipare all’incontro che era in programma domenica (6 agosto) alle 19, a Oristano, proprio all’Auditorium di San Domenico.
 


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