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I racconti brevi di Pasquale Cavalera


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Di Pasquale Cavalera

«Amore, cosa mi racconti di bello? Qualche novità? Cosa hai fatto
questa mattina?».
«Niente di particolare, ho accompagnato il piccolino da Michela,
ho pulito il soggiorno di casa e mi sono rilassata sulla sdraio in
giardino. Ricordi per caso Adele?».
«Certo, perché? Cosa le è accaduto?».
«Ieri sera è andata ad un mega party in spiaggia ed è riuscita a fare
una foto con il dj. Erano una ventina in comitiva. Non so cosa trova
di bello in quella calca maleodorante, li immagino tutti sudati che
ballano uno sopra l’altro. A questo punto preferisco Davide! Ieri era
in barca con un suo amico, dalla foto mi è sembrato fossero a Leuca
perché sullo sfondo si intravedeva un faro. Anche se con queste
giornate incerte io non rischierei mai di inoltrarmi in mare aperto».
«Mmmhhh… capisco».
«E ancora non ti ho detto di Barbara. Mamma mia che belle
cosciazze si è fatta. Spiccano ancora di più con il perizoma nuovo. Si,
nuovo, perché la settimana scorsa era diverso. Ha fatto un selfie
mozzafiato, la ricordavo bella, ma non così tanto bella. Certo, fa una
vita limitata, sempre in palestra, a pranzo una barretta dietetica e
per cena una coppa di insalata. Ne vale la pena per un mesetto di
selfie in spiaggia? Preferisco restare chiusa in casa e godermi undici
mesi tra pranzi e cene abbondanti e tanto tanto vino. Farà la sua
stessa fine Rosario. Proprio questa mattina ha pubblicato dieci nuove
foto. Ma dico, perché non le tiene per sé. In una era in mare con
l’acqua fin sopra le caviglie, fisico palestrato senza neppure un pelo,
slip blu attillati e tatuaggi a non finire. In un’altra si pavoneggiava
sottobraccio a due ragazze, ti risparmio cosa mi sono sembrate quelle
cretine. D’altronde, solo quel genere di donne può frequentare un
uomo così vergognoso».
«Quindi amore, hai accompagnato il bambino da Michela in
ludoteca, hai pulito qualche stanza e ti sei riposata. E dopo invece?
Spero almeno che per qualche ora tu abbia accantonato lo
smartphone».
«Aspetta, abbi pazienza, il bello deve ancora venire, ti ho lasciato le
chicche per la fine. Ricordi Noemi, la mia compagna di banco
altezzosa, vanitosa e superba?».
«Si la ricordo. Dai, se proprio lo devo sapere, dimmi, cosa ha fatto
quest’altra…».
«Ha sposato un bruttone da paura, inguardabile. La data
stampata sulle foto è quella della scorsa settimana, erano in crociera.
Lui ha avuto un coraggio bestiale a farsi fotografare in boxer, non so
dirti se fosse più spaventoso osservarlo frontalmente o di profilo. C’è
più grasso sul suo addome che in una foca del Polo Nord. Quella
donna può stare solo con un mostro».
«Lascia perdere queste cazzate, ascoltami».
«No no, l’ultima cosa, interessantissima lo giuro. È una riflessione.
Paola secondo me ha fatto la scelta migliore. Ti garantisco che se fai
un giro in tutto il suo profilo, ma anche in quello del compagno, non
trovi una sola foto dei suoi due bambini. E fa benissimo perché in
questo modo li protegge da pettegolezzi e maniaci».
«Hai per caso detto pettegolezzi?».
«Certo, hai capito bene, pettegolezzi. In questo mondo ci sono più
guardoni che gente per bene. Prendi ad esempio Agata, è costretta a
pubblicare bigliettini con su scritto “Lo so che guardi di nascosto la
mia pagina” oppure “Da oggi grazie ad una nuova App conosco il
nome di tutti gli ospiti indesiderati che spiano il mio profilo”. C’è chi
ha necessità di proteggere la sua privacy. Non come quell’idiota di
Sandro, spudoratissimo. Commenta qualsiasi stato, qualsiasi foto
gli capiti a tiro, pur di far apparire il suo nome dappertutto. E poi
chissà perché lo trovi solo dove ci sono belle donne mezze nude. È
stato sempre un arrivista, ma che fosse anche esibizionista, proprio
no, non lo immaginavo».
«Sai cosa penso di tutto questo amore mio?».
«Che sono delle persone viscide, vero?».
«No, o meglio, loro no. Facciamo così, adesso usciamo, prendiamo
il piccolo dalla ludoteca e andiamo tutti assieme al mare,
regaliamoci un pomeriggio intero in totale relax, credo proprio che in
questi casi sia molto utile una bella nuotata rigenerante. Poi al
rientro, di comune accordo, cancelliamo tutti i profili che hai creato
sui duemila social network che solo tu conosci. Ok?».
«Ok…».
«Cominciamo con l’eliminare tutte le tue pagine, prima che queste
cancellino la tua esistenza. E da domani, sempre insieme, ci
impegneremo a guardare esclusivamente nelle nostre quattro mura
domestiche. Condividi?».
«Ogni singola parola. Anche perché così non riesco più ad andare
avanti, non ne posso più».
«Lo so, me ne sono reso conto».
«Grazie amore. Aiutami».

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