Cagliari, nel nome dei tavolini scompaiono negozi storici e passillare

L’opinione di Roberto Marchi: “Cancellata da bar e tavolini l’identità di Cagliari e del suo centro storico con i suoi negozi storici. Dominano pizzerie e gastronomia, nel nome di una presunta modernità”


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di Marcello Roberto Marchi

Nel leggere  sulla Stampa locale i contenuti delle dichiarazioni, degli impegni  e dei programmi dei rappresentanti delle varie forze politiche che, a vari livelli di rappresentanza e responsabilità, di maggioranza e di opposizione, nessuno escluso, governano la nostra Città c’è da chiedersi se veramente conoscono, e se li conoscono sapere le ragioni per le quali pensano e guardano altrove, le reali esigenze, quindi i problemi, della Comunità in tutti i settori del vivere civile, dai servizi primari alle attività economiche di quartiere, ciò che tiene cioè vitale il tessuto sociale dell’intera Città.

Da una decina d’anni a questa parte, si è intrapresa una sorta di competizione tra l’Amministrazione comunale e alcune rappresentanze di categorie imprenditoriali volta a favorire quasi in maniera esclusiva  l’ “edonismo” commerciale, ovvero l’apertura di  attività di ristoro, ovvero bar, pizzerie, club e similari, snaturando così il ” senso” stesso di Città, soprattutto nei quartieri storici, dove chiudono e scompaiono, come sono purtroppo scomparse e continuano a scomparire giorno dopo giorno, tutte le altre categorie di negozi, quelli sotto casa, dove andavamo a fare la spesa quotidiana. E’ un dramma, nel dramma della solitudine e degli acciacchi di quanti continuano  a vivere a Marina, Stampace, Castello, Villanova dove, con la politica della pedonalizzazione integrale si sta creando il deserto, che si popola per le scorribande notturne di quanti, per lo più provenienti dai centri dell’hinterland, per satollarsi delle leccornie della “movida”, di tutto quanto cioè offre un mercato variegato di opportunità goderecce, connaturate a questa stagione di modernità che ha il pregio anche di soffocare ogni altra attività economica  e sposata pienamente dalla nostra Amministrazione comunale.
Non contenti di tutto ciò, su proposta unanime dell’apposita Commissione ( così almeno è stato fatto sapere dagli uffici di Palazzo Bacaredda, quindi d’accordo maggioranza e minoranza ) il Consiglio si accingerebbe a dare il proprio ok al programma che prevede l’estensione dei tavolini e degli ombrelloni nella via Roma, sottraendola  all’uso per il quale è stata costruita e quindi  al traffico automobilistico che, comunque, rappresenta uno dei comparti dai quali si “foraggia” il pubblico erario, quindi il Bilancio anche del Comune di Cagliari tramite le ben note tasse automobilistiche e quelle delle accise sulla benzina.
Ma quello che più stupisce ed è inaccettabile, è che il programma della Giunta e del Consiglio comunale prevede il rifacimento del basolato della via Roma che è stato rifatto a nuovo non meno di dieci anni fa, spendendo milioni di euro che verranno sottratti alle altre necessità urgenti della Città, solo per soddisfare il “piacere” di prendere un caffè sdraiati su un sofà di uno dei locali “in” della futura  “casa” del ” bel vivere e del divertimento ” come la sinistra cagliaritana ha battezzato la propria stagione di governo della Città. Ci sono altre urgenze che premono, ma a quanto pare  tutti, Giunta e Consiglio comunale non se ne curano,  come la via Caprera, Viale Trieste e Viale Merello.
Ma anche Viale Buoncammino e  il Terrapieno, lasciati nel più profondo abbandono e degrado, mentre dovrebbero essere , come in tempi non lontani, la vera ” promenade” ovvero ” sa passillara” per famiglie, bimbi, adulti e anziani oltre che la sede ideale per attività promozionali e artistiche. Invece, dimenticate del tutto, come ha giustamente osservato il consigliere Mereu che ha presentato una interrogazione per un guasto alla rete idrica nell’area del Terrapieno accanto a Piazza Marghinotti, di fronte al bastione e ai nuovi giardini sotto le mura. Un guasto che è lì da mesi, regolarmente transennato, che un “limo” giallastro, spesso alcuni centimetri, ne attesta l’età.
Eppure tutti i giorni, non solo  semplici cittadini ma  autorità municipali, come vengono definite  dal protocollo, e vigili urbani hanno avuto certamente occasione in tutti i mesi scorsi, da quando il guasto è stato ufficialmente segnalato con il posizionamento di transenne del Comune, di vedere.
Ma hanno preferito evidentemente … voltare la faccia  e …. tiriam innanzi !!! Manca ,cioè, il “senso” della Città e di quell’amor proprio che dovrebbe far scattare una ” molla ” che è in ciascuno di noi e dovrebbe essere la dote primaria di un pubblico ammiistratore e di un pubblico dipendente. Anche di quelli del Comune di Cagliari.


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