Cagliari, 2017: triste addio alla grotta dei laghi?- VIDEO

E allora  accade che in piazza d’Armi, proprio nell’ombelico di Cagliari, c’è chi ha deciso di riempire – con una gigantesca gittata di pietrisco – una vasta caverna. Guardate il VIDEO

di Marcello Polastri


Come cambiano le cose nel corso del tempo che passa veloce e tutto cancella. Ma quanto, caro mio tempo, sei oramai scandito dai ritmi della vita che passa veloce? 
Perché di una cosa siamo certi: quel che ieri era un VALORE (ad esempio di importanza storica e identitaria), oggi non lo è più. E allora  accade che in piazza d’Armi, proprio nell’ombelico di Cagliari, c’è chi ha deciso di riempire – con una gigantesca gittata di pietrisco – una vasta caverna. Si tratta di una  ex cava di pietra, un luogo che non dovrebbe esser toccato a guardare il Codice dei Beni Culturali, e nel quale, gli uomini del passato, sudarono duramente. Il perché è risaputo: per estrarre la roccia utile per la costruzione delle varie Cagliari del passato. Questo nei secoli passati, e forse ancora nel 1800, chissà, giacche la “grotta della frana” non è stata mica sottoesposta ad uno scavo archeologico, o ad una indagine – parrebbe – di archeologia preventiva! Questo oggi. Ieri, invece, arrivó l’acqua delle malridotte condotte idriche cittadine per allagare gran parte degli ambienti sotterranei di piazza d’Armi. E arrivarono anche loro, i famigerati crolli: nel 1960, nel 1987, nel 1993, nel 2008. Ma non solo: le lesioni alle vicine palazzine. Infine, una comprensibilissima  paura, che a volte malconsiglia gli uomini. Quegli uomini che dapprima ignorano l’esistenza di una caverna allagata, e poi, magari, ci mettono mano con interventi-tempone. Quegli interventi del riempire i vuoti fisici, che poi tanto vuoti non sono: hanno accolto storie di cavapietre, gli amori e le ansie di chi si rifugió dai bombardamenti della guerra. 
Interventi di riempimento, in una cavita sotterranea storica. È questa la Cagliari turistica? Ne siamo così certi che tali interventi del riempire di terrà il sottosuolo, mitigheranno il problema o lo risolveranno del tutto?
Certo, qualcuno dirà: in nome della “pubblica sicurezza” appare come poca roba chiudere,  una colata di pietrisco o argilla espansa, un luogo della memoria. Significherebbe comunque “tombare” una immensa caverna, alquanto importante per i segni storici e archeologici che racchiude. Una soluzione  che – sulla carta – sorreggerebbd dal basso la centralissima piazza d’Armi.
Peccherò di presunzione ma altrove, in altre città, resti storici e archeologici sono stati ben “protetti” è consolidati con  la costruzione di una robusta soletta. Che poi, in piazza d’armi, costituirebbe il pavimento del futuro e invece, qui, rispetto a via Peschiera, si dice per spender meno, si è optato per un riempimento. A volte, il tempo, è come se non avesse valore: evidentemente non quello rappresentato da un luogo plurisecolare come una storica e oramai leggendaria grotta. La “grotta della frana” sulla quale la storia sta per davvero affondando. 
 


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