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Di Marcello Roberto Marchi
Il Centro Storico grande “Isola pedonale”. E’ un progetto ambizioso
sotto il profilo culturale e sociale ma soprattutto sotto il profilo
economico. Il piano urbanistico e infrastrutturale di un
trasformazione così radicale e di impatto forte anche sotto l’aspetto
emotivo e dei costumi di vita non solo dei singoli quartieri ma
dell’intera Città e di chi la vive giorno dopo giorno, gli abitanti
residenti e quelli occasionali per vari interessi, deve essere
necessariamente accompagnato e sostenuto da un piano dei servizi
essenziali, quelli della salute e della mobilità in primo luogo.
Questo, purtroppo, non appare oggi, come non lo è stato con la prima
Giunta Zedda ed è grave per una Città moderna, ancora più grave per
una Città Metropolitana. Anzi, direi preoccupante, alla luce dei primi
passi che si stanno facendo verso questa direzione, quasi a voler
ritornare al tempo di Cagliari e le sue frazioni, ovvero un’autonomia
controllata e sottoposta. Sono concetti e situazioni che andranno
sviluppati e dimensionati per le scelte opportune e necessarie, come
è opportuno e necessario tornare sui propri passi sul Centro storico=
grande isola pedonale che si prospetta, ora com’è ora una grande
gabbia con dentro quanti amano il bel vivere e il divertimento,
dimentichi delle regole e delle esigenze quotidiane del vivere comune
dei cittadini in genere, delle famiglie, dell’intera comunità che non
sono certamente solo quelle dello shopping , del commercio e della
movida, con le strade e le piazze zeppe di gazebo, ombrelloni e
tavolini, che sembrano essere le priorità di questa amministrazione
comunale e di quanti la sostengono. Se il Centro storico deve essere
una grande isola pedonale, in primo luogo bisogna pensare a dotarla
dei servizi essenziali, pubblici e privati, a garanzia di un corretto
vivere civile, che invece sono stati messi in disparte o che si
vorrebbe far scomparire con una politica deteriore che mira
all’edonismo diffuso che mina alla radice le nuove generazioni e le
prospettive di crescita culturale e sociale. Non voglio fare il
censore o il predicatore, tanto meno sta a me ergermi sul piedistallo
di capo popolo ma è la vita comune , quotidiana e piena di sacrifici,
anche economici e fisici delle persone semplici, che sono la
maggioranza della nostra comunità a chiedere rispetto per i problemi
reali e per le risposte che ne dovrebbero conseguire e verso tali
direzioni impegnare e utilizzare le risorse di cui si dispone, che
sono oltretutto frutto delle tasse pagate dai cittadini. Altrimenti,
la grande isola pedonale del centro storico diventerà immancabilmente
la causa irresponsabile della fuga delle famiglie verso altre zone
della citta o addirittura centri dell’hinterland non solo verso i
centri commerciali.