Ci mancava solo questo: violenza e attentati contro i migranti

In Sardegna la tensione sociale è alle stelle sui migranti. Il sindaco di Monastir ha attaccato duramente il Prefetto, la risposta è stata un criminale attentato. Anche i sindaci hanno il dovere di agire senza calcare la mano: quello di questa notte è un atto assurdo di cui la Sardegna deve vergognarsi


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di Jacopo Norfo

Ci mancava solo questo: la violenza e gli attentati incendiari per dire no alla presenza dei migranti. Lo diciamo subito: stiamo esagerando e sfociando nella criminalità. Quello che purtroppo molti avevano previsto si è verificato: reazioni inconsulte e violente contro gli ospiti africani. Va detto subito che a Monastir i toni sono stati alzati all’inverosimile, dallo stesso sindaco, verso la Prefettura. E se il primo cittadino oggi frena, è anche vero che nei giorni scorsi aveva criticato pesantemente l’operato della Prefettura sull’accoglienza e sull’arrivo di troppi migranti. Alzando la voce. La risposta di qualche suo concittadino è stata vergognosa, perchè è vile e vergognoso bruciare di notte in maniera mafiosa una scuola per impedire l’arrivo degli stranieri. 

Non conta chi ha ragione, ma le istituzioni di Polizia in primo luogo vanno rispettate. Secondo: chi ha agito ieri notte ha dato vita ai peggiori istinti di razzismo che un uomo possa esternare. Nel modo meno consentito. In Sardegna la tensione sui migranti è salita a livelli esponenziali: la colpa è anche di chi ha sottovalutato il problema, di chi sta usando la nostra isola come una nuova Lampedusa. Senza regole e soprattutto senza un piano di integrazione. Senza spiegare nulla alla popolazione, come invece ha provato a fare in maniera intelligente il sindaco di Pula. Non serve solo sbattere i pugni sui tavoli: i sindaci sono stati eletti per trovare soluzioni, non per agire di pancia. Monastir come Burcei, la popolazione si ribella all’arrivo dei profughi. Va detto che ci sono troppi luoghi comuni in giro: sbagliato pensare che i migranti vengano curati prima o al posto dei sardi, che lavoreranno prima di noi, e via discorrendo. La Sardegna è sempre stata una terra ospitale, deve affrontare l’emergenza come lo sta facendo tutta Europa. Possibilmente senza isterismi e senza commettere gravi reati penali. Se esageriamo sui social, la situazione potrebbe sfuggirci davvero di mano e sfociare in una guerra.

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