Ospedale di Isili: un territorio preso a martellate

Il commovente racconto di Carlo Carta su quel che sta accadendo a Isili: c’è chi per la foga di smantellare un ospedale preziosissimo per la comunità non esita a distruggerlo anche simbolicamente, prendendo a martellate la sala operatoria


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di Carlo Carta

Delusione e rabbia. Questi sono i sentimenti che si respirano appena varcata la soglia dell’Ospedale di Isili, davanti a donne ed uomini coraggiosi e determinati, con idee su Territorio e Sanità nette, ma divergenti rispetto a quanto si ragiona nella lontanissima Cagliari. E questi sono i sentimenti che prevalgono tra i tanti pazienti di un vasto Territorio, che si sentono abbandonati ed ai quali non interessano minimamente le misere dinamiche politiche. La gente si sente sola e tradita e non vede l’ora di riaprire le urne per regolare i conti elettorali. E’ il risentimento legittimo di una popolazione sempre meno affezionata ed interessata alla politica, ma che rivendica il sacrosanto diritto di esistere ed essere curata nei tempi giusti. 

Eppure c’è una immagine che colpisce in tutta questa vicenda: le martellate alle pareti della sala operatoria dello stesso ospedale. Perché tanta foga e fretta nello smantellare questa struttura? E soprattutto quale la ratio, ammesso che ne esista una, ha guidato la mano in un simile gesto? Quelle martellate colpiscono direttamente al cuore di un Territorio, alle nostre zone interne.  Ed allora, quando la politica non trova le giuste risposte la parola ripassa alla gente. Proprio a quella gente che ancora molta politica crede poco informata e poco attenta ai confusi provvedimenti amministrativi adottati. Quanta è lontana Cagliari, nell’era di Internet, vista qui dal compendio ospedaliero di Isili. Quanto è lontano il Territorio quando sul futuro dell’ospedale si scopre che molti sindaci, hanno sposato le idee dell’Asl 8 e che, buona parte di loro, stanno dalla parte opposta a non ascoltano quanto il Territorio invece chiede.  Quanto è lontana Cagliari quando il sogno di uno Ospedale di Base, con ogni probabilità non troverà mai la sua realizzazione. Eppure ad Isili ci sono interi reparti moderni ed accoglienti, dotati di bagno in ogni camera, tali da fare invidia a tante strutture presenti nel capoluogo Sardo. Per non parlare degli standard di efficienza energetica, assolutamente adeguati alle norme europee. Giovani medici preparati, personale ben addestrato, tutto lasciava ben sperare per un potenziamento e una riqualificazione della struttura, ed invece…ed invece sono arrivate le martellate!   Nonostante il clima di sfiducia che si respira in queste zone interne, qui si continua a fare il proprio dovere e l’unica paura che si avverte, come è avvenuto per Scuole e Ferrovie, in mancanza di certezze e fiducia, numeri e presenze sono destinate sensibilmente a scendere. Scientificamente caleranno, decretandone inevitabilmente il “de profundis”.  La popolazione non crede che l’elisoccorso può dare una risposta ad un Territorio fuori dal mondo e poco servito da un sistema stradale adeguato. E qualcosa non torna nemmeno quando si paga profumatamente un anestesista itinerante con la sala operatoria ormai inutilizzabile. Non torna anche perchè quanto sta accadendo è solo il frutto di un disegno rivolto alla chiusura delle realtà ospedaliere periferiche a vantaggio di altri ospedali e che il cittadino, oggi più di ieri, non ha diritto proprio ad un bel niente. E su questo la sintesi più degna ed autorevole ce l’ha fornita il neo Sindaco di Isili Luca Pilia. Per il primo cittadino “la situazione del nostro ospedale è preoccupante: la chiusura delle sale operatorie e del reparto di chirurgia sono gli ultimi provvedimenti che hanno creato allarme nelle popolazioni del nostro Territorio. Lo smantellamento delle sale è stato effettuato in fretta e furia, senza alcun preavviso alla popolazione e agli amministratori locali. Anche i progetti di ristrutturazione non ci rincuorano. Avevamo delle sale operatorie che funzionavano anche per l’emergenza-urgenza e invece, dal titolo delle gare d’appalto, abbiamo scoperto che si vorrebbe fare solamente “chirurgia programmata”. Questione che pone un ulteriore problema: si sta applicando una riforma del sistema sanitario che non è ancora stata votata dal Consiglio Regionale e che quindi non è legge. Questo non è di certo l’atteggiamento di chi ha a cuore le sorti della sanità nel nostro territorio. L’auspicio è che la discussione in Consiglio Regionale possa portare le modifiche alla proposta di riforma del sistema sanitario che tengano maggiormente conto delle esigenze del nostro Territorio”. Ormai chiude tutto, dalle scuole nei piccoli comuni, ad alcune tratte ferroviarie, agli ospedali. Aumenta la sfiducia e da qui l’appello del Presidio rivolto ai politici regionali, invitati tutti a constatare con mano la verità, che siano liberi di fare le scelte giuste e cioè quelle di chi li ha messi in quelle poltrone: quella gente del Territorio che non dimentica facilmente!


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