Zedda nella bufera: il Comune chiede agli artisti di lavorare gratis

Clamorosa contestazione dei dirigenti del Conservatorio: “Noi formiamo artisti, musicisti e studiosi e il Comune di Cagliari vuole farli lavorare gratis”. Sui social network rivolta degli operatori culturali: trattati peggio dei muratori  


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L’ultima del sindaco Massimo Zedda? Il Comune di Cagliari chiede agli artisti cagliaritani di lavorare gratis. Incredibile ma vero, per una scelta che provoca il caos. A denunciarla infatti non sono gli oppositori della Giunta, ma il presidente del Conservatorio Gianluca Floris e il direttore Elisabetta Porrà. Leggete cosa scrivono: “Apprendiamo della iniziativa della Commissione Pari Opportunità del Comune di Cagliari che, in occasione della meritoria iniziativa della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, in occasione della iniziativa “Ricucire il mondo” chiede collaborazione con “artisti operanti nel territorio comunale” per allestire iniziative artistiche durante la giornata.

Il nostro stupore è stato apprendere che la collaborazione con gli artisti deve avvenire “senza oneri per il Comune“, ovvero: gratis. Una amministrazione pubblica, nella figura della Commissione Pari Opportunità del Comune di Cagliari , quindi, emana un provvedimento dove chiede ad artisti che operano in città di lavorare gratis “in cambio della veicolazione del proprio nome nell’ambito dell’iniziativa proposta” (sic).

La nostra istituzione, il Conservatorio di Musica Pierluigi da Palestrina (centro di “Alta Formazione Musicale” con la denominazione ufficiale del Ministero) forma artisti, musicisti e studiosi con un percorso accademico che permetterà loro di inserirsi nelle orchestre, nei teatri e nelle sale da concerto di tutto il mondo. Il conservatorio, insomma, forma artisti professionisti.

Non possiamo non rilevare con sorpresa e disappunto, come proprio il Comune che ci ospita, nella figura della Commissione Pari Opportunità, si faccia promotore e avvallante dell’utilizzo gratuito di artisti (per tacer degli artigiani). Crediamo fermamente che il compito di istituzioni come la nostra sia quello di diffondere nel Paese la coscienza del fatto che i professionisti del settore arte e cultura siano lavoratori e prestatori d’opera al pari dei professionisti, degli operai specializzati, dei medici, dei professori universitari. È per questo che li formiamo. È per questo che lo Stato spende dei soldi pubblici per formarli.

La domanda che vogliamo porre alla attenzione della pubblica opinione e soprattutto agli amministratori della cosa pubblica è: sarebbe mai venuto in mente a una amministrazione pubblica di emanare un provvedimento dove si chiede ad ingegneri o architetti di regalare progetti di restauro di un edificio pubblico “senza oneri per il Comune” e “in cambio della veicolazione del proprio nome nell’ambito dell’iniziativa proposta”?

Ci troviamo quindi costretti a evidenziare il problema delle iniziative come quella della Commissione Pari Opportunità del Comune di Cagliari, volte all’utilizzo gratuito degli artisti. Sentiamo come parte fondamentale della nostra missione quella di tutelare la dignità professionale di chi si forma nel nostro conservatorio e pertanto invitiamo fermamente l’Amministrazione Comunale a fare un profondo ragionamento sull’argomento e a fornire una risposta pronta ed esauriente alla nostra perplessità. Lo dobbiamo soprattutto ai nostri allievi, ai nostri diplomati e laureati, ai nostri professori, ai colleghi che soffrono per la situazione drammatica delle Opera House italiane (uniche in difficoltà in Europa) e ai disoccupati che purtroppo affollano il nostro territorio”. 

Sin qui la lettera dei dirigenti del Conservatorio. A questo punto ci si chiede anche come l’intera maggioranza di centrosinistra possa continuare a tacere sul disastro della Cultura cagliaritana, che sta portando il centrodestra ad una ormai quasi certa vittoria alle prossime elezioni comunali. Cagliari doveva evidentemente diventare Capitale della Cultura facendo lavorare gratis i suoi artisti, e umiliandoli sino a questo punto. La denuncia di Floris e Porrà imporrebbe un chiarimento immediato prima di tutto da parte del sindaco, dell’assessore Puggioni e della presidente della commissione Cultura, Francesca Ghirra. Il caso sta infatti sollevando una vera e propria rivolta sui social network da parte di tanti esponenti delle associazioni culturali cagliaritane, già messe ai margini negli ultimi anni dalla gestione targata Sel. “Uno scandalo? Eccolo qua: cancellare la dignità dei lavoratori. Abbiamo superato ogni limite, altro che medioevo. Grazie Gianluca Floris…ma soprattutto grazie al Comune di Cagliari che persiste con sagacia a far parlare di se! “Comunque se ne parli, l’importante è che se ne parli”…ma non vale per la politica, caro sindaco e cari assessori, vi siete confusi ancora una volta. Gli artisti sono lavoratori al pari degli altri! Anche se la tentazione di chiamare il muratore e proporgli di rifarmi la facciata del condominio in cambio del mio logo sul suo biglietto da visita, è tanto forte! Ma resisterò”, scrive Michela Sale Musio. Non ci sta Elena Ledda, che non è certamente l’ultima arrivata tra gli artisti del Cagliaritano. Non ci sta Jo Coda, operatore culturale del cinema, che afferma: “Il Comune di Cagliari emana un provvedimento dove chiede ad artisti che operano in città di lavorare gratis “in cambio della veicolazione del proprio nome nell’ambito dell’iniziativa proposta” … “Ma un briciolo di serietà per piacere, nei confronti del tema (l’eliminazione della violenza contro le donne) e nei confronti degli artisti. Oltre la soglia del ridicolo, del provincialismo tout court”!. La Cagliari di Zedda, la Cagliari di “Ora tocca a noi”.  Era questa la valorizzazione dei precari, la strada del cambiamento?


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