“Prezzo del latte per i pastori sardi, vi spiego perchè l’accordo a 74 centesimi al litro non ci soddisfa”

” Sino a oggi in Sardegna il prezzo del latte di pecora, viene determinato esclusivamente dall’andamento delle mercuriali di vendita dei formaggi Pecorini prodotti ,  invertendo una regola basilare dell’economia di mercato, dove è la materia prima che determina il prezzo finale del prodotto finito, e non l’inverso, come oggi accade in Sardegna. ECCO QUESTA REGOLA DISTORTA VA INVERTITA”


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di Tore Piana, Centro Studi Agricoli

Dall’analisi del documento, sottoscritto da quasi tutti i componenti il tavolo del confronto sul prezzo del latte ( escluso i rappresentanti della Associazione di categoria COPAGRI che lo  hanno firmato solamente come PRESA VISIONE,  e non per approvazione, cosi come appare dal documento diffuso pubblicamente), come responsabile del Centro studi Agricoli, posso affermare che tale accordo resta ed è insoddisfacente , perché completamente incompleto e mancante delle indicazioni al suo interno dei punti chiave sulle riforme strutturali, necessarie a risolvere alla radice il problema della filiera Ovi-caprina. Tale occasione, avrebbe potuto rappresentare un momento storico per il mondo agro pastorale Sardo, che per oltre 70 anni ha affrontato altalenanti crisi, senza una soluzione definitiva e radicale.

 Tre sono secondo il Centro Studi Agricoli, i concetti chiave che dovranno essere modificati sulla vertenza,  che oggi,  invertono in Sardegna sul latte , da anni i principi generali di economia, che  troviamo nei testi di studio.

1)      Sino a oggi in Sardegna il prezzo del latte di pecora, viene determinato esclusivamente dall’andamento delle mercuriali di vendita dei formaggi Pecorini prodotti ,  invertendo una regola basilare dell’economia di mercato, dove è la materia prima che determina il prezzo finale del prodotto finito, e non l’inverso, come oggi accade in Sardegna. ECCO QUESTA REGOLA DISTORTA VA INVERTITA

2)      Il riferimento per determinare il prezzo del latte, non deve assolutamente fermarsi al valore delle mercuriali del solo Pecorino romano Dop, come invece è stato sottoscritto nel documento, ma deve comprendere un paniere di almeno 4 prodotti pecorini, compresa la ricotta.

3)      Vi è la necessità di stabilire una volta per tutte, quale è il costo della materia prima “latte di pecora” in Sardegna, calcolandovi in questo dato, anche il costo del lavoro del pastore.

Siamo convinti, come Centro Studi Agricoli, continua Tore Piana, che solo partendo da questi comunissimi principi di economia, il pastore sardo riuscirà a essere veramente competitivo passando da anello debole della filiera a compartecipe alla pari nella stessa. Questi tri principi, dovranno essere contestualmente accompagnati da una serie di riforme strutturali, che già in altre occasioni abbiamo specificamente indicato.  Condanniamo, fermamente quanto accaduto stamattina, nel comune di Torralba, per il vile attentato vandalico nei confronti di un camion cisterna per il trasporto del latte di pecora, ad opera di ignoti, che nulla hanno a che fare con la vertenza in corso sul prezzo del latte, conclude Tore Piana.


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