Porta a porta a Cagliari, disagi al quartiere Europeo: “Costretto a tenermi la spazzatura in casa”

Cinque mastelli “insufficienti” e un lavoro, l’agente di commercio, che lo tiene lontano dalla città per molti giorni ogni settimana. Lo sfogo di Davide Tuveri: “Ho dovuto addirittura comprare dei bidoni in più, alla faccia del risparmio”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA


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di Paolo Rapeanu

Il porta a porta è partito già in alcuni rioni di Cagliari. Resta scoperta dal nuovo servizio ancora poco più di mezza citta, e se ne riparlerà in autunno. Tra le zone nelle quali non c’è più manco l’ombra dei cassonetti c’è il quartiere Europeo: è il dedalo di viuzze tra il viale Marconi e il Cep, dove le uniche due “attrazioni” sono la chiesetta sconsacrata di Sant’Alenixedda e una delle sedi della polizia Municipale in via Parigi. A pochi metri da lì, in via Telesio, vive Davide Tuveri. Cagliaritano, è un agente di commercio: “Il mio lavoro mi porta a dover restare fuori città anche per tre giorni consecutivi. Il Comune non mi permette di lasciare i mastelli fuori dal cancello, sennò scatta la multa e mi ritrovo con la casa piena di immondezza”.
E c’è di più: oltre ai cinque “classici” contenitori, Tuveri ha dovuto acquistarne degli altri, nemmeno ufficiali – cioè privi del logo del Comune – pur di non ritrovarsi con la spazzatura fin sopra i capelli: “Non mi piace questo sistema di raccolta, in molte altre città europee si sono seguiti modelli d’eccellenza, a Cagliari si è scelta la soluzione più semplice, cioè ogni cittadino deve tenersi i rifiuti in casa sino a quando chi di dovere non passa per ritirarli. Non è una scelta funzionale”.


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