Poliziotto lascia il cane per due ore nell’auto di servizio: morto

Un 51enne ha chiuso il suo cane poliziotto in auto parcheggiata all’ombra per due ore, lasciando da solo l’amico a quattro zampe. Quando è tornato, l’animale era morto: la vettura aveva raggiunto i 45 gradi


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Dal 2015 ad oggi almeno venti cani poliziotto delle forze dell’ordine europee hanno perso la vita a causa del calore insostenibile raggiunto nel veicolo dove erano stati lasciati. Se nella maggior parte dei casi si tratta di una tragica dimenticanza dei proprietari, in alcuni incidenti gli animali sono stati volutamente lasciati nell’auto in attesa di un intervento. È il caso di un pastore tedesco di sette anni di una pattuglia del distretto di Hartberg-Fürstenfeld in Austria, che verso le 10:00 di giovedì scorso era rimasto nel trasportino dell’auto in attesa di intervenire nella Stiria Ilz, in un luogo ombreggiato nella cosiddetta area “Turzawiese”. Ma durante un servizio di routine, il suo addestratore di 51 anni  l’ha lasciato per due ore in auto mentre con altri colleghi svolgeva il servizio. Oltre ai finestrini posteriori, il poliziotto ha lasciato anche il portellone socchiuso. Al suo ritorno poco prima delle 12.30, probabilmente ha vissuto lo shock della sua vita. L’amico a quattro zampe giaceva morto nel bagagliaio. Il cane aveva cercato in tutti i modi di uscire dall’auto per fuggire dalla temperatura all’interno del veicolo che aveva raggiunto i 45 gradi. Anche nelle giornate dal clima mite l’interno di un’auto può raggiungere temperature notevoli: uno studio ha dimostrato che se all’esterno ci sono 28 gradi, in poco più di venti minuti all’interno di un abitacolo ci saranno già 42 gradi, che possono arrivare a 50 in un’ora. Le vetture rinforzate in uso alla polizia e il pelo del cane fanno il resto, lasciando l’animale in un inferno dal quale è impossibile fuggire. In Austria le razze di cane più utilizzate dalla polizia sono i pastori tedeschi o quelli belgi, caratterizzati entrambi da una folta pelliccia e dal colore scuro del pelo che aumentano le possibilità di surriscaldamento corporeo e di un conseguente infarto. L’Università di Medicina Veterinaria di Vienna ora chiarirà la causa esatta della morte del cane pastore. Secondo la polizia, al momento non è disponibile l’esito. L’inchiesta è ancora in corso. In questi casi, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è molto difficile scoprire la verità, in alcuni incidenti i poliziotti hanno ammesso di essersi dimenticati l’animale in auto. Altri erano convinti di aver lasciato l’aria condizionata accesa, ma questo purtroppo non basta. Per scongiurare altre tragiche morti anche tra gli animali, anche le forze di Polizia dovranno dotare il maggior numero di pattuglie di sensori in grado di notificare quando un cane è rimasto nell’auto e in caso di emergenza il dispositivo può far abbassare i finestrini e lasciar partire un allarme. Le fatali distrazioni, in questo modo, potranno essere sventate dando ai possessori di animali anche domestici, particolarmente affaticati, soggetti a ritmi di lavoro e di vita frenetici, degli strumenti che possono salvare la vita anche ai non pochi animali domestici dimenticati in macchina ogni anno. Intanto, questa ulteriore drammatica storia è un monito per i possessori di cane che durante le giornate calde viaggiano con il proprio animale. Spesso l’aria condizionata non è sufficiente e se cani addestrati e fisicamente allenati come quelli poliziotto non riescono a resistere ad alte temperature, per gli animali domestici il rischio è ancora più grande.

 

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