Cagliaritano, 53 anni, Paolo Perra conduce un’esistenza all’insegna della routine sino al 2008: “In quell’anno i medici mi hanno riscontrato un carcinoma al fegato, e sono iniziate le visite e i prelievi continui all’ospedale. Tre anni tribolati, sino al 2011, quando finalmente mi sono potuto sottoporre al trapianto di fegato”. Una moglie e tre figli preoccupati tanto quanto lui ma che “mi sono sempre rimasti vicini, il loro apporto è stato fondamentale, non ho fatto altro che pensare a loro e dirmi che ce la dovevo fare”. E Paolo ce l’ha fatta: è rinato e ha modificato alcuni aspetti della sua quotidianità.
“Ho scoperto la passione per la bicicletta, insieme ad altri trapiantati abbiamo messo in piedi, sette anni fa, un gruppo che è arrivato a confrontarsi anche con altri colleghi sportivi europei, e ogni volta sponsorizziamo l’importanza di donare gli organi. Purtroppo, infatti”, osserva il 53enne, “c’è ancora molta ignoranza. Se un organo non viene donato finisce sottoterra e viene perso”.