Oristano, hotel e campi da golf nella pineta di Torregrande: progetto verso il via

Bonifica delle aree ex Sipsa verso la conclusione. Ecco le ultime carte in Regione dell’insediamento turistico-alberghiero che comprende un percorso di golf con 18 buche, con campo pratica e club house, ed un sistema ricettivo con quattro hotel, 10 residenze turistico-alberghiere e un centro benessere


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Campi da golf e hotel nell’ex pineta di Torregrande. Si avvia alla conclusione la bonifica dei terreni della raffineria ex Sipsa ed ecco le ultime carte presentate alla Regione per il via libera al maxi complesso turistico alberghiero che la società Ivi Petrolifera intende realizzare anche nella pineta realizzata sulla spiaggia oristanese negli anni ’50.

Si tratta di un programma di “valorizzazione” di una porzione costiera a sud  di Torregrande, che prevede la dismissione dell’attività industriale (già attuata), la bonifica del sito ex Sipsa (in fase conclusiva), la riqualificazione ambientale delle dune e della foresta. Ci sono poi nuove sistemazioni a verde e il revamping dell’attuale impianto di depurazione con realizzazione di impianto per il riutilizzo dei reflui per l’irrigazione.

L’areale interessato dall’intervento ha un’estensione di circa 110 ettari compresi tra Torregrande e la foce del Tirso. Il clou dell’opera è l’insediamento turistico-alberghiero che comprende un percorso di golf con 18 buche, con campo pratica e club house, ed un sistema ricettivo con quattro hotel, 10 residenze turistico-alberghiere e un centro benessere, oltre ad un insediamento di 34 residenze turistiche.

Il complesso edilizio sarà poi supportato da tutti i servizi necessari: come bar, ristorante, baby club, sala polifunzionale e centro servizi. In totale 57 mila metri cubi di cemento.

Il nuovo edificato troverà spazio in corrispondenza dell’area un tempo legata alle attività produttive della ex Sipsa (raffineria), mentre il percorso di golf sarà invece realizzato nelle aree circostanti.

Il principale insediamento industriale che ha svolto attività potenzialmente inquinanti è rappresentato dalla raffineria di idrocarburi ex Sipsa, che dal 1967 al 1991 ha effettuato la trasformazione del greggio in prodotti idrocarburici pesanti (olio combustibile, bitume), successivamente, sul sito è stato esercitato il deposito dei medesimi prodotti, oltre ad altri più leggeri, e dal 1990 al 2003 era presente un impianto di trattamento rifiuti. Lo smantellamento di tutte le strutture e gli impianti è avvenuto tra il 2002 e il 2005.

L’intervento di riqualificazione ambientale sarà avviato solo al termine della bonifica dell’area ex Sipsa, per cui, secondo il progetto della Ivi Petrolifera, “è possibile escludere la presenza di una potenziale contaminazione riconducibile alle attività svolte in passato nell’area ex Sipsa, a carico dei terreni, ricadenti all’interno del perimetro del sito oggetto di bonifica, che saranno interessati dagli scavi previsti per la realizzazione delle opere in progetto”.

Per quanto riguarda l’area esterna al sito ex Sipsa, la sola fonte di potenziale contaminazione può essere identificata nell’oleodotto che collegava la raffineria dismessa con il pontile di scarico. L’oleodotto è stato rimosso nel 2017 e in seguito all’accertamento della qualità ambientale effettuata nel fondo dello scavo, gli esiti delle analisi chimiche effettuate sui campioni prelevati, che sono stati prodotti al Comune di Oristano in data 6 maggio 2017 “hanno mostrato l’assenza di contaminazione riconducibile agli idrocarburi movimentati nelle condutture rimosse”.

Agli ecologisti il progetto non piace. “L’intervento immobiliare in progetto interessa anche la fascia costiera dei 300 metri dalla battigia marina e contrasta con il Ppr”, scrive Stefano Deliperi del Gruppo di Intervento giuridico, “pesanti problematiche irrisolte anche riguardo l’approvvigionamento idrico, previsto dal Fiume Tirso e dal depuratore di Torregrande: non viene indicato il deflusso minimo vitale del più importante corso d’acqua della Sardegna e il consumo annuo totale viene stimato in 110 mila metri cubi. Un impatto significativo per un’area fortemente instabile da un punto di vista pluviometrico e di pericolosità idraulica”.


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