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NurArcheoFestival – Intrecci nei teatri di pietra si fa in due. La nona edizione della rassegna
organizzata dal Crogiuolo raddoppia, nel senso che al cartellone consueto, dove dal 5 agosto al
17 settembre la tradizione storica e culturale della Sardegna si sposerà ancora una volta con il
teatro in alcuni dei luoghi di maggior pregio archeologico dell’Isola, si affiancherà una
programmazione, dal 24 agosto al 1° settembre, che coinvolgerà alcuni comuni con meno di
tremila abitanti. La direzione del NAF 2017 – proseguendo nel solco del connubio fra cultura e
turismo – si incontra con le linee dell’assessorato regionale del Turismo: combattere lo
spopolamento dei piccoli centri attraverso le attività culturali per salvaguardare e valorizzarne il
patrimonio materiale e immateriale. Spettacoli, visite guidate, mostre, tavole rotonde: ecco la
ricetta.
Tre sono le ospitalità nazionali, con altrettanti importanti attori della nostra scena teatrale:
Gianluigi Tosto, che presenta la “sua” Iliade (da alcuni anni ha orientato il suo lavoro verso la
narrazione e la recitazione poetica); Matteo Belli, che ridarà vita a testi letterari dimenticati
dell’epoca medievale in “Genti, intendete questo sermone” (qualche anno fa la critica lo ha definito
“il nipotino di Dario Fo”); Paolo Panaro, narr-attore eccellente, che proporrà “Il Racconto di Enea”
(nelle precedenti edizioni del festival fra i protagonisti sono da annoverare interpreti come Iaia
Forte, Laura Curino, Sergio Vespertino, Federica Festa, Maria Paiato). Sono poi da sottolineare le
nuove produzioni del Crogiuolo, che presenta tre spettacoli in prima assoluta (“Francesco
Serra”, “La Storia della Sardegna spiegata ai bambini”, “Sona canta e badda”) e due riallestimenti
(“Deinas” e “L’uomo che sognava gli struzzi”).
Il NurArcheofestival – spiega Rita Atzeri, presidente del Crogiuolo (succede al fondatore storico
dell’associazione, Mario Faticoni) e direttrice artistica della rassegna – nasce con l’obiettivo di
valorizzare il patrimonio archeologico, fonte di bellezza che rende unico il nostro territorio, per
favorire una conoscenza profonda della nostra cultura materiale e immateriale. Nel corso degli anni
– prosegue Atzeri – abbiamo definito il NurArcheofestival come festival dal tempo lungo, perché gli
appuntamenti che ne fanno parte prevedono, in taluni casi, escursioni naturalistiche che iniziano
dalla mattina; prevedono, sempre, visite guidate ai siti, spettacoli teatrali al calar del sole e per chi
volesse la possibilità di completare l’esperienza con degustazioni o cena, perché la conoscenza di
una terra passa anche attraverso la sua cucina.
Quest’anno – sottolinea ancora la direttrice artistica del NAF – sentiamo la necessità di parlare del
NurArcheofestival come di un festival che, valorizzando la cultura classica attraverso la proposta di
spettacoli legati al mito e all’epica, ha una forte connotazione culturale sarda. Gli spettacoli in
cartellone sono, infatti, in misura prevalente di compagnie sarde, che hanno scelto di elaborare la
nostra storia, la nostra mitologia e la nostra epica.
Altro punto di forza – conclude Rita Atzeri – è la valenza di presidio culturale che il
NurArcheoFestival riveste nel proporre le proprie iniziative e interventi, principalmente, in comuni
al di sotto dei tremila abitanti: così facendo intende offrire un contributo concreto alla lotta allo
spopolamento delle zone dell’interno”.
Il programma 2017
Dall’area di Tamuli a Macomer ai siti prenuragici e nuragici di Talana, da Monte Sirai a Carbonia al
complesso nuragico di Romanzesu a Bitti, dai nuraghi di Perdaxius e Tortolì all’area archeologica di
Scerì a Ilbono, alle Tombe dei Giganti di Lanusei e Villagrande Strisaili: ecco alcuni dei suggestivi
palcoscenici che accoglieranno, dal 5 agosto al 17 settembre, il NurArcheoFestival, dislocati fra
Ogliastra, Sulcis, Nuorese e Oristanese, in zone non sempre parte dei circuiti culturali
convenzionali, anzi, ma, nonostante la difficoltà di intercettare un flusso rilevante di visitatori,
sicuramente ad alta potenzialità turistica.
NAF 2017 parte sabato 5 agosto a Talana, fra la Tomba dei Giganti e le Domus de Janas
di Funtana ‘e S’Urcu. Alle 19 va in scena RACCONTI DI PAESI LONTANI, con Maria Paola
Dessì e Stefano Petretto, scrittura scenica e regia di Romano Foddai (una produzione teatro
S’arza).
Lo spettacolo, parte di un progetto triennale, nasce dell’indignazione emotiva provocata dagli
attentati terroristici a Charlie Hebdo e al negozio ebraico di Parigi, per superare i pregiudizi
culturali che contrappongono cristiani, ebrei e musulmani. “Racconti di paesi lontani” è il frutto di
una ricerca condotta su alcune tradizioni ebraiche della cultura chassidica dei primi anni del
Novecento, in particolare in Polonia, e su forme tradizionali della Sardegna arcaica dello stesso
periodo, che presentavano per temi ed elementi analogie e caratteristiche contigue.
Con la collaborazione del docente di teatro David Zinder dell’Università di Tel Aviv la compagnia
sassarese ha scelto di raccontare il dramma di Semën An-skij “Dybbuk”, che illustra diversi aspetti
della cultura ebraica, in particolare quelli relativi a forme di possessione da parte di anime vaganti
e alla concezione del mondo e del ruolo della divinità e degli uomini nel determinarne il destino. Si
sono poi identificati riti di possessione nelle culture popolari europee, studiando cosi i rituali
dell’”arza” in Sardegna e la visione del mondo delle popolazioni sarde di quel periodo.
Nello spettacolo un giovane e la sua mamma raccontano storie di ragazzi innamorati, di promesse
non mantenute dai loro rispettivi genitori, delle disarmonie conseguenti, della necessità del
sacrificio per ristabilire la ricerca verso la perfezione di ciascuna anima nella sua ascesa verso Dio.
Seguirà una degustazione di prodotti tipici.
Si prosegue il 10 agosto a Macomer. Al Nuraghe Tamuli, alle 19, Il Crogiuolo presenta un
nuovo allestimento di DEINAS, sintesi dei miti della Dea madre, dei miti classici greci e degli
elementi loro espressione all’interno della cultura popolare sarda. Il testo è di Clara Murtas, la
regia di Rita Atzeri, con Alessandra Leo, Manuela Ragusa, la stessa Atzeri (e con Patrizia Littera,
Marta Gessa, Daniela Vitellaro, Claudia Argiolas, Stefania Pusceddu, Angela Meloni).
Con il nome di Deinas la tradizione popolare dei paesi della Barbagia indica le indovine, alle quali
attribuisce relazioni con il mondo occulto e quindi divino. E tra le isole mediterranee, la Sardegna,
terra del mito della Grande Madre, è forse quella che ha conservato nel presente le tracce più
profonde del sentimento di venerazione per il divino femminile.
Divinità, indovine e comari, di volta in volta le attrici si fanno narratrici e interpreti delle
manifestazioni del femminile nella cultura mediterranea: si incontrano, si scontrano, a volte
comicamente si contraddicono utilizzando i testi dei miti della creazione: da quelli più antichi a
sfondo materno a quelli olimpici e ancora ai miti archetipici della drammaturgia greca. Con toni a
tratti ironici, tragici o ieratici, spaziando dai classici greci, alle tradizioni popolari sarde, raccontano
le radici e i frutti di una cultura che dal dominio della Dea Madre passò a quello degli Dei
dell’Olimpo in Grecia e al Sardus Pater in Sardegna.
Dalle 9.30 alle 19 si terrà la visita guidata del sito a cura della Cooperativa Esedra. A seguire
l’esibizione di maschere etniche e osservazione guidata del cielo e della luna fino alle 24, a cura
della Associazione Astronomica Nuorese.
Il festival riprende il 24 agosto, ancora con DEINAS, che viene riproposto alle 19 nell’area
archeologica di Romanzesu a Bitti. Alle 17.30 la visita guidata a cura della Cooperativa Istelai
(su prenotazione il pacchetto turistico con pranzo e cena alla scoperta di Bitti).
QUANDO NUR FA AMICIZIA CON IS è lo spettacolo che verrà rappresentato il 25 agosto, alle
19, al Museo dell’Ossidiana di Pau. Scritto e diretto da Rita Atzeri, è l’esito scenico del
laboratorio per attori in erba condotto dalla stessa Atzeri (con Elena Alfonso, Benedetta e Beatrice
Coturno, Youssu Faye, Rebecca Nocerino, Filippo Sotgiu, Pietro e Alice Zonza). La regista dello
spettacolo convoca i giovani attori per una prova, ma non si presenta all’appuntamento. I piccoli si
interrogano sul perché di questo anomalo comportamento, mentre attendono che arrivino i soliti
ritardatari. Misteriosamente uno alla volta i bambini scompaiono, i tre rimasti vanno alla ricerca dei
loro amici. Inizia così un viaggio nel tempo che porta i bambini indietro fino al paleolitico, superato
lo stupore per il loro aspetto e abbigliamento, divertiti attraversano le ere geologiche, scoprendo
come vivevano i nostri antenati fino ad arrivare al periodo nuragico. I giovani attori protagonisti da
cacciatori si trasformeranno in agricoltori, allevatori, costruiranno vasi di terracotta, utensili sempre
più efficaci, scopriranno l’ossidiana, daranno vita a luoghi di culto, fino a costruire i nuraghi.
La canzone dedicata all’Ossidiana è composta da Ennio Atzeni. Le visite guidate al Museo si
svolgeranno negli orari 10/12 e 16/18. Alle 11.30, su prenotazione, è prevista la visita guidata al
Sentiero Nero de Sa Perda Crobina.
Il giorno dopo, il 26, si torna a Talana, ma al Nuraghe Bau ‘e Tanca, dove alle 19 verrà
rappresentato CI SERVE UNA FAVOLA, un atto unico per bambini, prodotto dal Teatro d’Inverno
di Alghero, di e con Stefania Ambroggi, con la regia di Giuseppe Ligios (anche attore in scena).
Un autore di testi teatrali per bambini è in piena crisi, non trova uno spunto interessante per
scrivere un nuovo spettacolo. Quanto più lui si dispera, tanto più la sua prima attrice si dimostra
ottimista, certa che qualcosa di buono alla fine salterà fuori. Per vincere lo scetticismo dell’autore,
la ragazza lo condurrà in un viaggio musicale tra alcune delle più celebri canzoni disneyane tratte
da “Aladin”, “La sirenetta”, “Oceania”, “Rapunzel”, “Frozen” e “Il Re Leone”.
Seguirà una degustazione di prodotti tipici.
Doppio appuntamento il 27 agosto. A Villagrande Strisaili, nel complesso archeologico di
Sa Carcaredda, va in scena alle 19 il primo degli spettacoli di produzione nazionale, in prima
assoluta regionale: IL RACCONTO DI ENEA, che Paolo Panaro ha adattato dall’Eneide di Virgilio
e di cui il bravo attore pugliese, allievo di Orazio Costa con diverse importanti esperienze alle spalle
(con Luca Ronconi, per esempio), è anche regista e interprete.
L’Eneide, con le preziose parole della poesia antica e un’avvincente architettura narrativa, racconta
la storia di un uomo, Enea, che, dopo aver subìto un grave danno, tenta di rifarsi un’esistenza
intraprendendo un viaggio per un altrove incerto, ostile, abitato da uomini, dèi e destini totalmente
diversi dal suo. Lo spettacolo, la cui versione del testo è ispirata a celebri traduzioni, in modo
particolare a quella di Annibal Caro, attraverso la tecnica teatrale della narrazione scenica cerca di
stabilire un contatto diretto e attuale con la vicenda umana di Enea, con l’infelice Didone, con il
rassegnato Anchise e con i sentimenti assoluti che pervadono i versi di Virgilio e che parlano della
vita dell’uomo di ogni tempo: l’odio, l’amore, i legami familiari, il senso di appartenenza a una
patria.
Per gli appassionati, e non solo: alle 8.30 è in programma il trekking “Via dei fiumi” (è necessaria
la prenotazione: Erbelathoritrekking – 333 6946521). Alle 18 visita guidata al sito a cura della
Coop. Irei e alle 21 cena ed eventuale pernottamento, su prenotazione (per informazioni: 338
4689935).
Alle 21.30 sotto il riflettori, al Nuraghe Camboni di Perdaxius, ci sarà RACCONTI DEL
TERRORE, di e con Silvano Vargiu (produzione Teatro della Chimera di Lula). Liberamente tratto
dall’omonima raccolta di Edgar Allan Poe, il reading si incentra su due racconti tratti dalla nutrita
opera dello scrittore statunitense, il meno noto “Il cuore rivelatore” e il famoso “Il gatto nero”. Ad
aprire lo spettacolo di narrazione, inoltre, è la poesia “Il Corvo”, che introduce lo spettatore alle
atmosfere cupe e tetre del mondo di Poe. Il tutto è accompagnato da inquietanti sonorità e da
celebri “notturni” del repertorio tradizionale di musica classica.
Nutrito il programma collaterale: alle 18 il battesimo della sella, alle 18.30 la visita guidata al
Nuraghe Camboni, dalle 18 alle 20, su prenotazione, peri più esperti una passeggiata a cavallo nel
circondario, a cura dell’associazione La Casa del Sorriso. Alle 20.30 cena su prenotazione (per
informazioni: 342 1639514)
DEINAS, testo di Clara Murtas e regia di Rita Atzeri, torna il 28 agosto a Lanusei, alle 19, alla
Tomba dei Giganti del bosco Selene. Alle 18 è prevista la visita guidata a cura della
Cooperativa La Nuova Luna (la cena è su prenotazione).
Menù ricco quello del 30 agosto. A Villagrande Strisaili, al Santuario nuragico di S’Arcu e
is Forros, alle 19 va in scena E DE ATTERU?, di e con Elena Musio (che cura anche la regia),
Maria Antonia Sedda, Teresa Loi e Rosa Beccuregia, una produzione Ilos Teatro di Lula. Spettacolo
in limba, che ha quasi la struttura dei “contos”, il cui titolo si ispira alla domanda che si rivolge al
conoscente afflitto da problemi di varia natura: cos’altro hai da raccontare? I racconti delle comari
riportano a un tempo lontano, quello della giovinezza e della nostalgia, in cui l’uomo non era
straniero nella natura che frequentava e le sue conoscenze erano perlopiù empiriche, pratiche,
dirette.
Alle 18 la visita guidata del sito, a cura della Cooperativa Irei.
Alle 21, invece, dai confini fra Ogliastra e Barbagia si fa un salto nel Sulcis Iglesiente, a Gonnesa,
a S’Olivariu, dove verrà rappresentato D’AMORE, DI PENTOLE E COLTELLI, di Rita Atzeri, con
Alessandra Leo, e con Claudia Argiolas, Stefano Carta, Sergio Deidda, Stefania Pusceddu, Angela
Meloni, Giovanni Trudu, Cesare Rombi. Spettacolo che lega monologhi e duetti al tema dell’amore
e della cucina, dove le pietanze di cui si parla vengono consumate veramente dal pubblico che
assiste.
In questo modo l’interazione fra attori e spettatori è costante, la sorpresa sempre in agguato, per
chi assiste non c’è la possibilità di prevedere la mossa successiva, fino al “tragico”, se così lo si vuol
definire, epilogo della messa in scena. L’impianto del testo si basa su pezzi originali o liberamente
ispirati alle produzioni poetiche e letterarie di Neruda, Montale, Rostand, Fabrizi, Deledda, Aub (lo
spettacolo con cena è su prenotazione).
FRANCESCO “CHICHITTU” SERRA è una nuova produzione del Crogiuolo che debutta il 1°
settembre, alle 19, a Talana, in località Su Lompathu. Lo spettacolo è stato scritto da Rita Atzeri
e Vinicio Cannas, la regia è della stessa Atzeri, che sarà in scena con Antonio Luciano, Giovanni
Trudu, Marta Gessa e Daniela Vitellaro (e con i piccoli Riccardo Podda, Lorenzo e Marisa Angius) e
con i Tenores Murales di Orgosolo a fare da contrappunto musicale.
A essere raccontata è la storia, vera, di Francesco Serra, rapito all’età di 4 anni a Talana, venduto
nelle coste del Nord Africa, privato della propria identità e degli affetti più cari, trattato da servo,
fino a quando la nonna putativa, in punto di morte, lo invita a fuggire, svelandogli il mistero della
sua origine. Francesco, ormai giovane uomo, viaggia da una regione all’altra del continente
nordafricano, unendosi e mercanti e a una pattuglia inglese, che sfortunatamente finisce su un
campo minato: gli unici sopravvissuti sono Francesco e un soldato inglese.
Grazie a un commerciante di lupini, Chichittu, con l’identità di Giuseppe Di Bello, raggiunge l’Italia,
la Sicilia. Lì conosce l’amore e inizia la ricerca sulla sua vera identità. Attraverso gli articoli di
alcune riviste viene riconosciuto dai suoi fratelli e dalle sue sorelle. Il ricongiungimento con i
familiari a Talana non è coronato dalla gioia di rivedere la madre, già scomparsa. Per mancanza di
lavoro dalla Sardegna torna in Sicilia, dove muore nel 2011. La vicenda è ricostruita nella messa in
scena partendo dall’intervista che una giovane giornalista fece a Francesco Serra alla fine degli
anni ’90. Nello spettacolo presente e passato si fondono in un continuo rimando a ricordi lontani,
teatro documento che tocca il tema universale dell’identità, dell’eterna ricerca di sé.
Seguirà una degustazione di prodotti tipici.
L’area archeologica Scerì, a Ilbono, sarà il palcoscenico, l’8 settembre alle 19, per BARONI
IN LAGUNA – Appunti sul Medioevo in un angolo d’Italia a metà del 20° secolo, che Stefano
Ledda ha tratto dal racconto inchiesta di Giuseppe Fiori. In scena lo stesso Ledda, accompagnato
dalla chitarra di Andrea Congia e dal sax di Juri Deidda (una produzione Teatro del Segno).
Fiori in “Baroni in Laguna” narra, con la potenza asciutta della sua scrittura, della rivolta dei
pescatori di Cabras, che nel 1960 lottarono per l’abbattimento della piramide feudale che li
schiacciava in uno stato di arretratezza e miseria. Attraverso la voce di Ledda viene raccontato il
mondo dello stagno e della peschiera, la ricchezza dei padroni, la povertà dei pescatori e i soprusi
degli “zeraccos”. Chitarra e sax contribuiscono a sottolineare la forza della narrazione.
Alle 8.30 è in programma il trekking “Gennargentu – Erbelathori”, per raggiungere l’ovile rifugio a
1200 metri (su prenotazione: Erbelathoritrekking – 333 6946521). Alle 18 visita guidata dell’area
archeologica a cura della Cooperativa Irei.
Il 9 settembre a Tortolì, nell’area archeologica S’ortali e su Monte, viene presentato alle
20.30 il nuovo allestimento de L’UOMO CHE SOGNAVA GLI STRUZZI, di Bepi Vigna, con la
regia di Rita Atzeri, una coproduzione fra Festival Internazionale del Fumetto e Il crogiuolo, con
Antonio Luciano, i pupazzi di Alessandra Fadda, le illustrazioni di Giomo, Marco Argiolas al sax e
clarinetto.
Si narra una storia di cento anni fa, quando nel 1910 nasceva a Tortoli l’allevamento degli struzzi
del cavalier Peppino Meloni, un’attività che andò avanti fino agli anni Trenta. Un esempio
paradigmatico: Meloni diede concretezza a un’idea che poteva apparire strampalata, oltre che di
difficile attuazione nella realtà ogliastrina di un secolo fa. Invece, un semplice maestro elementare,
lavorando con ostinazione e passione, riusci a realizzare il suo sogno. La forma scelta è quella di
uno spettacolo teatrale che, pur con qualche licenza, racconta avvenimenti realmente accaduti e
parla di personaggi veri di cui a distanza di tanti anni si è sbiadito il ricordo.
Alle 19 è in programma la visita guidata al sito a cura della Cooperativa Irei.
Sempre il 9 si torna nel Sulcis, dove a Portoscuso, nell’antica Tonnara di Su Pranu, Gianluigi
Tosto porta in scena, alle 21.30, la “sua” ILIADE, altra produzione nazionale in prima assoluta
regionale. Tosto (già presente con successo al NurArcheoFestival lo scorso anno con l’Odissea),
attore allievo di Orazio Costa, con all’attivo molte esperienze e collaborazioni importanti (ha
studiato anche danza moderna), da alcuni anni ha orientato il suo lavoro verso la narrazione e la
recitazione poetica, ponendo molta attenzione alla musicalità del verso e della parola e alla loro
relazione con la musica arcaica strumentale. In questo contesto rientrano gli spettacoli sui poemi
omerici, Iliade e Odissea, e sul poema virgiliano, Eneide, che costituiscono la trilogia “Il Canto e la
Memoria”.
Nell’Iliade di Omero (la traduzione utilizzata è soprattutto quella di Vincenzo Monti, forse la più
evocativa secondo Tosto), i sentimenti non conoscono mezze misure e da tale integrità scaturisce
la struttura netta, decisa, a tinte forti, della narrazione. L’ira di Achille, la superbia e l’arroganza di
Agamennone, la celebrazione della potenza dell’esercito greco, la cruenza delle battaglie, lo slancio
giovanile di Patroclo, l’eroismo di Ettore, il dolore di Priamo: tutto assume dimensioni epiche e un
sapore ancestrale, quasi primitivo, ogni situazione esprime un sentimento nella sua totalità.
La voce dell’attore incarna i personaggi omerici ed esprime emotivamente i ritmi della narrazione.
Il suono di guerra del djembé accompagna la lite fra Achille e Agamennone; mazze di ferro
ritmano le cruente battaglie fra i due eserciti; il gong annuncia l’intervento sempre decisivo degli
dèi; i campanellini indiani fanno emergere dal mare Teti, la madre di Achille, e la innalzano in cielo
al cospetto di Giove; la ciotola tibetana evoca il sogno di Agamennone o celebra le esequie funebri
di Ettore.
DEINAS verrà riproposto il 10 settembre, alle 19, a Villa Verde, nel complesso nuragico di
Brunk’e s’Omu (loc. Mitza Margiani).
GENTI, INTENDETE QUESTO SERMONE (monologhi giullareschi medioevali e moderni), ancora
una produzione nazionale in prima assoluta regionale, è lo spettacolo che andrà in scena il 16
settembre, alle 21, a Carbonia, nell’area archeologica di Monte Sirai. Autore e protagonista
Matteo Belli, attore dalle brillanti mimica e recit-azione, dove emergono le potenzialità della sua
voce – il suo maestro è stato Carmelo Bene – e la forte gestualità – la critica già diversi anni fa lo
aveva definito “il nipotino di Dario Fo”. Con tali numi tutelari, sul palco nudo, Belli dà vita,
riportandoli sulla scena, a testi letterari dimenticati dell’epoca medievale.
GENTI, INTENDETE QUESTO SERMONE è una lezione-spettacolo per nulla accademica, una sorta
di florilegio di testi giullareschi italiani medioevali e moderni. Il percorso proposto è un’occasione
per ascoltare e vedere rappresentati brani poetici del XIII e XIV secolo, esempi di una letteratura
un tempo considerata minore e ancora oggi poco studiata ma di estremo interesse. Si va da un
classico come “Rosa fresca aulentissima” di Ciullo o Cielo d’Alcamo ai sorprendenti giochi linguistici
del “Bisbidis” di Manoello Giudeo, da altri celebri testi dell’epoca fino a un omaggio finale dedicato
all’antica tecnica del grammelot, linguaggio quasi senza parole riconoscibili e basato sulla tecnica
onomatopeica dell’imitazione di altre lingue, in cui proprio Fo era maestro.
Alle 19 la visita guidata della fortezza fenicio-punica di Monte Sirai a cura della cooperativa
Mediterranea.
A mettere il sigillo di chiusura sulla nona edizione di NurArcheoFestival sarà Gianluca Medas. Che il
17 settembre, alle 19.30, sarà a Sinnai, al Nuraghe Sa Fraigada (in località Monte Cresia)
per presentare ALLA LUNA (produzione Figli d’Arte Medas), spettacolo di narrazione dal titolo
leopardiano, ideato appositamente per il NAF. Così l’aedo Medas, che sarà accompagnato dal
suono del clarinetto da Valentina Fiore, descrive la messa in scena: “E’ notte. Il falò è acceso. Il
pubblico seduto attorno. Il narratore spunta dal buio. Illuminato dalle fiamme comincia a
raccontare. Le sue parole sono navicelle che solcano il mare oscuro della notte… Luna e i suoi
compagni di avventura. Le leggende sono un viaggio nel tempo e nello spazio. Mille racconti dal
sapore antico… Ed eccole, le evocazioni richiamate, giungono accompagnate dalle parole piene di
energia, si chiamano coniglio lunare, rospo, scimmia, lontra, sciacallo, Inaba, il cui compito è
forgiare le chiavi del destino, e Selene e la sua nemesi Ecate. Storie lunari sussurrate mentre le
fiamme crepitano allegre e la notte spinge il buio…
La coop. Bios propone un’escursione naturalistica notturna sulle orme del cervo sardo (per
informazioni: 335 8091112).
Il NAF si fa in due: il programma nei piccoli comuni
Come detto in apertura, il NurArcheoFestival quest’anno ha messo in campo, in accordo con
l’Assessorato regionale del Turismo, una rassegna nella rassegna, che dal 24 agosto al 1°
settembre coinvolgerà alcuni comuni con meno di tremila abitanti. Sposando cultura e
turismo, l’obiettivo è quello di combattere lo spopolamento dei piccoli paesi attraverso le attività
culturali per salvaguardare e valorizzarne il patrimonio materiale e immateriale.
Subito le novità. Il 27 a Seui (area archeologica) e il 28 agosto a Ussassai (area
archeologica), alle 19, viene presentato SONA CONTA E BADDA, una nuova produzione del
Crogiuolo appositamente realizzata per l’Assessorato regionale del Turismo, una sorta di biglietto
da visita, una sintesi della nostra tradizione. La voce recitante è quella di Gloria Uccheddu, in
scena anche ballerini di ballo sardo, accompagnati dall’organetto di Lamberto Cugudda.
“Sona, canta e badda” è lo spettacolo della festa. Un omaggio alla tradizione sarda, alla sua
musica, ai balli di piazza, alle sue leggende. Pensato per essere rappresentato nei siti archeologici,
favorisce lo spostamento del pubblico, guidato volta per volta dalla musica a raggiungere le
diverse stazioni sceniche. La voce recitante di Gloria Uccheddu fa vivere janas, giganti, surbiles,
diavoli, streghe, panas, tutto il popolo degli abitanti “oscuri” dei nostri paesi.
Lo spettacolo verrà rappresentato anche il 30 agosto, sempre alle 19, al Nuraghe Serbissi di
Osini. Dove si terrà alle 17, nella scala di San Giorgio, il laboratorio esperienziale “L’architettura
nuragica”, a cura di Serena Casula. Alle 18 la visita guidata al sito a cura della coop. ArcheoTaccu.
Arti antiga: è il titolo della mostra di artigianato artistico che verrà inaugurata il 26 agosto, alle
17, nella Casa Museo di Talana (un’antica abitazione recuperata e salvata dal Comune). “Arti
Antiga” nasce dall’esigenza di regalare agli spettatori del NurArcheoFestival un’occasione di
approfondimento della conoscenza della cultura materiale della Sardegna, un sapere antico che si
è sviluppato attraverso il “fare” delle mani sapienti di artigiani – artisti. In esposizione la tessitura
di Serena Mulas di Urzulei, la ceramica di Ignazia Tinti di Assemini, le scultura in ferro di Roberto
Ziranu di Nuoro.
A seguire, alle 19, al Nuraghe Bau ‘e Tanca lo spettacolo CI SERVE UNA FAVOLA, atto unico
per bambini di e con Stefania Ambroggi e Giuseppe Ligios (produzione Teatro d’Inverno di
Alghero).
Il 31 agosto la Biblioteca comunale di Talana ospita alle 20 LA STORIA DELLA
SARDEGNA SPIEGATA AI BAMBINI, altra nuova produzione del Crogiuolo, scritta e diretta da
Rita Atzeri, con Alessandra Leo e con Claudia Argiolas, Stefano Carta, Sergio Deidda, Stefania
Pusceddu, Angela Meloni, Giovanni Trudu, Cesare Rombi. E’ uno spettacolo che avvicina mitologia
e storia, utilizzando il teatro d’attore, il teatro danza, la narrazione e il teatro di figura, con
maschere e oggetti. Un narratore evoca con le sue parole i diversi personaggi, che fanno prendere
vita a leggende e avvenimenti storici. I piccoli spettatori assistono così alla nascita dell’Isola
Ichnusa, per imposizione del piede del Signore, che interviene a sedare un litigio tra Luce e
Tenebre; alla formazione della sella del Diavolo nel golgo degli Angeli di Cagliari, in seguito al
duello tra Lucifero e l’Arcangelo Michele; alla formazione dei nuraghi, ispirati da Dedalo; allo sbarco
di Elena di Troia al seguito di Enea; alla ricerca di una sposa da parte di Nur, discendente del
Sardus Pater; alla fondazione di Nora da parte di Norace. Dal mito si passa alla storia, il narratore
evoca l’arrivo dei Fenici in Sardegna e poi l’arroganza di Cartagine e la dominazione punica, la
presenza dei Romani in Sardegna, per arrivare a parlare di bizantini e vandali, alle soglie del
Medioevo, dove la narrazione si interrompe.
Prima, alle 18, sempre in Biblioteca comunale si svolgerà la tavola rotonda “Turismo
archeologico, una realtà possibile”, un momento di confronto e riflessione per delineare
scenari futuri sul tema del turismo culturale in Sardegna, le prospettive di crescita dal punta di
vista economico, con particolare attenzione a quello archeologico delle aree più decentrate, ma
ricche di risorse culturali e naturalistiche, dell’Isola. Ad affrontare questi temi il sindaco di Talana
Franco Tegas, l’artista Carlo Laconi, l’operatrice culturale Angela Demontis, Alessandra Garau della
cooperativa Irei (che gestisce i siti delle aree archeologiche di Villagrande Strisaili, Ilbono, Tortolì e
Irgoli), lo storico Francesco Casula.
Il 29 agosto entra in gioco Sadali, che, alle 19, nell’area archeologica di Su stampu de su
Turrunu accoglie la messa in scena di MARIA DI ELTILI, di Bepi Vigna, con Rita Atzeri
(produzione Il crogiuolo) e l’accompagnamento musicale di Alessandro Muroni. La storia, basata su
alcune fonti storiche, è quella di una bambina rapita dai pirati Saraceni sulle coste della Sardegna.
Il suo percorso è raccontato come un itinerario iniziatico. Maria viene fatta schiava e venduta come
prostituta, ma poi diviene la favorita del bay, conosce l’amore e la ricchezza. Quando in vecchiaia
riesce a ritornare nella sua terra, dapprima è emarginata, considerata una strega, ma poi si trova a
ereditare i beni di un intero paese. Dopo la sua morte la sua immagine assurge a una dimensione
quasi sacra, dato che una sua veste viene venerata come la reliquia di una santa.
La programmazione del NAF nei comuni con meno di tremila abitanti si incrocerà anche con quella
“tradizionale”: il 24 agosto (alle 19) DEINAS, nell’area archeologica di Romanzesu a Bitti; il
25 agosto (alle 19) QUANDO NUR FA AMICIZIA CON IS, al Museo dell’Ossidiana di Pau;
il 26 agosto (alle 21.30) RACCONTI DEL TERRORE, al Nuraghe Camboni di Perdaxius; il
1° settembre (alle19) FRANCESCO “CHICHITTU” SERRA, a Talana, Località Su
Lompathu.