Nuova Piazza Garibaldi snaturata, il solito cemento e una viabilità inspiegabile

L’opinione di Donatella Lissia sulla nuova piazza Garibaldi: “Paesaggi lunari, per le mattonelle bianche, con panchine di cemento, anch’esse bianche, con sopra piccole sedute di legno, aiuole squadrate, circondate dal legno e tanto, tanto spazio vuoto. Gli stessi materiali, lo stesso legno, lo stesso marmo di tutti i restauri che hanno trasformato molti luoghi di Cagliari in non luoghi, facendo loro perdere identità, storia, bellezza e tradizioni”


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di Donatella Lissia

La scuola elementare “A. Riva Villasanta” ha quasi un secolo di vita e migliaia di Cagliaritani vi hanno frequentato le scuole elementari. Un luogo sacro, per chi ne serba la memoria, quella facciata così orizzontale, a ridosso del Convento di San Domenico, con quel bel terrapieno che si apre in scalinate sulla piazza Garibaldi. Peccato che lo spettacolo che si sta per aprire ai piedi di quelle scalinate non sia più proprio in linea nè con lo stile fiorentino quattro-cinquecentesco nè con la povera sobrietà architettonica delle case di fronte.

Nonostante l’incompiutezza portata avanti da due anni, ora si capisce chiaramente che questa piazza sarà uguale, quasi un clone, di Piazza Gramsci e Piazza San Michele: paesaggi lunari, per le mattonelle bianche, con panchine di cemento, anch’esse bianche, con sopra piccole sedute di legno, aiuole squadrate, circondate dal legno e tanto, tanto spazio vuoto. Gli stessi materiali, lo stesso legno, lo stesso marmo di tutti i restauri che hanno trasformato molti luoghi di Cagliari in non luoghi, facendo loro perdere identità, storia, bellezza e tradizioni, bensì omologandoli e poi abbandonandoli a se stessi.

Se solo una di queste piazze e luoghi da ritrovare e ripristinare avesse quel marchio, forse potrebbe essere riconosciuta l’originalità, ma se il restauro, come sembra accadere, riguarda tutti i restauri della città, allora c’è un progetto orribilmente omologante. E non si invochi la pedonalità, la fruibilità, l’apertura, laddove regna una sostanziale assenza di progetto architettonico. L’ingresso alla via Garibaldi prolunga la già immensa piazza oscurando una strada, la via XXIV Maggio, luogo privilegiato di accesso dal basso al quartiere Villanova e ne mortifica l’esistenza, dato il suo pendio, naturale itinerario di salita, ora strada cieca dal basso. Sull’altro lato una divenuta pericolosissima via Bosa, ora strada a raso e strettissima, unico accesso al quartiere. Una viabilità inspiegabile, che creerà grossi problemi ai pedoni e alle auto.

Per chi scendeva le scalinate della scuola col fiocco al collo negli anni cinquanta è intollerabile la vista che snatura il senso e lo spirito di questa piazza, che diventerà, se non si interviene, uguale a tutte le altre piazze e piazzette che ormai caratterizzano lo stile di Cagliari, senza che nessun cittadino sia stato interpellato, nonostante il costo di 1.200.000 euro. Chi restaura deve conoscere la storia e deve essere capace di rispettarla: ogni luogo ne ha una e la sua veste rifatta non può essere la stessa per tutti, pena la fine del riconoscimento del genius loci, con la semplificazione che ormai sembra trascurare il valore di chi ci ha preceduto, per sostituirvi il nulla.


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