Nicoletta, commessa a Cagliari: “Sono fortunata, troppe colleghe sfruttate e sottopagate”

Orari “raddoppiati” rispetto a quanto previsto dal contratto, pagamenti in ritardo o proprio inesistenti: ecco (anche) come si lavora nel 2018, tra precarietà e pochi diritti. Il racconto di Nicoletta Pettinao, 34enne cagliaritana: “Tante mie amiche alle prese con contratti fittizi e paghe inferiori al lavoro svolto”. GUARDATE la video intervista con le durissime accuse della giovane commessa. Raccontateci le vostre storie!


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Otto ore e non 4 come prevede il contratto, che però non viene modificato e, alla fine del mese, la paga è nettamente inferiore al lavoro svolto. A volte lo stipendio è in nero, a volte non arriva mai: la vita di tanti commessi a Cagliari e nell’Area vasta, uomo o donna non fa differenza, è tutt’altro che facile. E allora, o si stringono i denti o si cerca una situazione migliore in un altro negozio: ma è un terno al lotto. “Mi reputo molto fortunata, lavoro in un ambiente sereno, mi sento in famiglia. Ho un ottimo feeling anche con i clienti. Purtroppo per tante mie amiche non è così”, racconta Nicoletta Pettinao, 34enne cagliaritana, da otto fa la commessa in un negozio di scarpe femminili in via Alghero.
 Non ha peli sulla lingua, la giovane commessa, nel raccontare uno spaccato lavorativo che mette i brividi: “Tante mie amiche e conoscenti, umili e con voglia di lavorare, sono costrette a fare orari eccessivi rispetto alla paga, che spesso non è neanche il minimo sindacale. Ci sono contratti fittizi”, afferma, sicura, la commessa, “le ore lavorate non vengono retribuite regolarmente, così sparisce pure lo stimolo di voler lavorare bene. Alcune hanno continuato perchè hanno bisogno di lavorare, altre hanno cercato da altre parti, ma spesso sono finite dalla padella alla brace. Sono rarissimi, purtroppo, i casi come il mio”, conclude la Pettinao, nel puntualizzare l’assurdità di certi, troppi, rapporti lavorativi. Infatti, tra soldi in meno in busta paga e surplus di ore, “i datori di lavoro pretendono addirittura un buon risultato, lavorativamente parlando, ma non può esserci, visto che manca una cosa fondamentale: il rispetto”.