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Nove ore e spiccioli di attesa al Santissima Trinità, in una stanza interna del Pronto soccorso. “Con dolori lancinanti alla pancia, febbre a trentanove e in preda ai vomiti”. A raccontare quanto successo al fratello, un 43enne di Cagliari, è la sorella, Barbara Cubeddu, 40enne residente a Sant’Antioco, che ha contattato la redazione di Cagliari Online per denunciare quello che, a detta sua, “è una giungla”, cioè “il Pronto soccorso dell’ospedale di Is Mirrionis. Ieri, mercoledì 11 luglio, hanno portato mio fratello con un’ambulanza alle 13. Stava molto male, e gli è stato assegnato un codice giallo. Dentro la stanza principale non c’era una sedia libera e regnava la confusione, alcune persone in attesa se ne sono addirittura andate”, racconta la donna, che ha potuto raggiungere il parente solo dopo qualche ora “perché stavo lavorando. Sua moglie, mio padre e mia madre mi hanno tenuto costantemente aggiornata sulla situazione, una vergogna”.
“Mio fratello è stato visitato solo alle 23, dopo nove ore di attesa, e dimesso all’una di notte. I dottori hanno detto che si trattava di una gastroenterite, legata probabilmente a un’intossicazione da cozze, come hanno scritto nel referto”, racconta la Cubeddu, “più di una volta i miei parenti prima e io dopo abbiamo bussato alla porta, per cercare di poterlo almeno vedere, ma non ce l’hanno mai permesso. Mi chiedo perché, visto che la sanità è pubblica ed è pagata con le nostre tasse, nel Pronto soccorso di un ospedale possa regnare un simile caos. E non c’era nemmeno tanta gente in attesa, io la trovo un’ingiustizia nei confronti dei cittadini che stanno male e che necessitano sicuramente di tempi più brevi per essere visitati. Mio fratello aveva un codice giallo, mica uno bianco o verde”.
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