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Di Paolo Rapeanu
Si dice che lo sport unisce. Verissimo, ma lo sport riesce anche a fare il “miracolo” di far ritornare a vivere. Nel caso di Matteo Scalas, 22 anni, di Serramanna, il sitting volley rappresenta la “pozione miracolosa” che, in poco tempo, gli ha permesso di avere davvero una vita. Da quando è nato, Matteo cammina sulle punte, nel senso letterale del termine: la diplegia spastica, infatti, “blocca” le comunicazioni tra il cervello e le gambe. Dopo tante operazioni mediche, adesso Matteo cammina meglio. E, grazie allo sport, ha anche una nuova vita.
“Stavo chiuso in casa, senza una vita sociale, con il sitting volley ho stretto molti legami che non restano limitati al campo da gioco, ma proseguono anche fuori. Finalmente ho una visione del mondo bella aperta. Cagliari è però una città non ancora a misura di disabile”, osserva Matteo, “ci sono troppi gradini, anche davanti ai locali, e per me è difficilissimo scenderli senza appoggiarmi a qualcuno o a un corrimano, perché a causa della mia disabilità perdo l’equilibrio. Da grande vorrei fare il tecnico informatico, è un lavoro che mi piace e che si può fare da seduti”.