La sicurezza a scuola? In Italia 640 mila infortuni

Gli ultimi dati dell’INAIL sono preoccupanti perché in Italia, nel 2016, si sono registrati 641.345 infortuni sul lavoro, 16.557 malattie professionali e 1.104 vittime derivanti dagli incidenti.


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Gli ultimi dati dell’INAIL sono preoccupanti perché in Italia, nel 2016, si sono registrati 641.345 infortuni sul lavoro16.557 malattie professionali e 1.104 vittime derivanti dagli incidenti. Sono queste le cifre illustrate oggi a Roma nel corso del convegno “Memory Safe: la cultura della sicurezza” svoltosi alla presenza dei rappresentanti del Governo. Il dibattito, moderato dalla giornalista Maria Concetta Mattei, è stato introdotto dal Direttore generale di Indire Flaminio Galli e ha visto la partecipazione di Giovanna Boda, capo dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, Franco Bettoni, Presidente nazionale ANMIL, Fabio Pontrandolfi, Area Lavoro e Welfare di Confindustria, Michele Lepore, docente di diritto della sicurezza sul lavoro alla Sapienza Università di Roma.

 A livello europeo, secondo una ricerca dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) realizzata con altri partner stranieri, il costo stimato per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali sostenuti dai paesi dell’Unione è pari a 476 miliardi di euro all’anno, che equivale al 3,3% del PIL Europeo. Da qui l’idea di “Partire dalla scuola per educare le future generazioni alla cultura della sicurezza, della prevenzione e della salute”. Ad affermarlo è il Direttore Generale di Indire, Flaminio Galli.

«È necessario – prosegue Galli – investire con forza sull’educazione culturale delle nuove generazioni per migliorare le condizioni di sicurezza e salute nel lavoro e nella vita. Nonostante vi siano norme, controlli e sanzioni severissime, gli incidenti e le malattie professionali non diminuiscono in maniera evidente. Dobbiamo spostare l’attenzione dal “dopo”, quando il danno è fatto, al “prima”, con la prevenzione. Possiamo farlo – ha continuato Galli –solo investendo sulla cultura della sicurezza e dando al giovane, al futuro lavoratore, la sensibilità, la conoscenza e la consapevolezza del rischio. Cultura, sicurezza e lavoro devono viaggiare insieme».


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