La moglie è malata di tumore, chiede il trasferimento dal carcere di Oristano alla Sicilia: negato

Permesso negato di avvicinarsi a sua moglie gravemente ammalata per un detenuto carcerato a Oristano


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“La moglie, 44 anni, in Sicilia, è affetta da tumore. Le sue condizioni si sono aggravate con le metastasi. Il marito M.R. coetaneo della donna, è ristretto nel carcere di Oristano-Massama. L’uomo ha quindi chiesto al DAP il trasferimento in una struttura penitenziaria siciliana per potersi avvicinare alla famiglia. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria però, nonostante una circostanziata documentazione, ha risposto picche. Un esito che lascia senza parole rivelando la scarsa propensione a considerare con umanità situazioni difficili per chiunque”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, che ha ricevuto un’accorata lettera dal detenuto.

“E’ evidente – afferma Caligaris – che il caso appare emblematico per diversi aspetti presentando tratti in netta contraddizione con quanto previsto perfino dalle circolari del Ministero della Giustizia e del DAP. Innanzitutto il mancato rispetto del principio della territorialità della pena. Da quando in Sardegna sono stati realizzati i nuovi Istituti penitenziari, con un’alta percentuale di cittadini privati della libertà in regime di Alta Sicurezza, è passato in secondo piano il problema della regionalizzazione della pena, sempre enunciata ma mai davvero rispettata. Ci sono poi le numerose circolari ministeriali che raccomandano di favorire i rapporti familiari, ma anche in questo caso si tratta quasi sempre di un principio disatteso. In questo caso particolare poi c’è l’evidenza di una assenza di umanità che lo Stato dovrebbe garantire così come prevede la Costituzione”.

“Occorre poi considerare che la moglie del detenuto vive una condizione fisica e psicologica particolarmente delicata e la vicinanza del marito, benché dentro un Istituto di Pena, potrebbe rappresentare per lei motivo di conforto. Il Dipartimento pertanto non può rispondere in modo burocratico laddove le problematiche richiedono invece valutazioni sanitarie e umanitarie. L’auspicio – conclude la presidente di SDR – è che la nuova istanza di avvicinamento inoltrata da M.R. venga accolta e si provveda al più presto al suo trasferimento”.