Italia, a rischio povertà un anziano su quattro

E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop sull’ultimo report Istat dedicato alle “Condizioni di vita, reddito e carico fiscale delle famiglie nel 2017”


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Quasi 1 anziano su 4 in Italia è a rischio povertà con un aumento al 24,7% in un anno per chi ha più di 65 anni. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop sull’ultimo report Istat dedicato alle “Condizioni di vita, reddito e carico fiscale delle famiglie nel 2017”. Una dinamica preoccupante – sottolinea Uecoop – anche in relazione a fenomeni di esclusione sociale che tendono a colpire le fasce d’età più deboli dal punto di vista economico, con pesanti ripercussioni anche sulla possibilità di ricevere cure e assistenza in caso di bisogno. A fronte di una situazione italiana dove ci sono oltre 4 milioni di pensionati che prendono meno di 750 euro al mese di cui un terzo addirittura non arriva a 500 euro al mese – sottolinea Uecoop –  la gestione della terza età diventa un punto fondamentale del welfare sia sul fronte pubblico che su quello privato con la necessità di un sempre maggiore coinvolgimento delle oltre 9.700 cooperative sociali e di assistenza che operano sul territorio nazionale. Anche perché – rileva Uecoop – la popolazione over 65 è destinata ad aumentare a 20 milioni entro il 2050.

Intanto dei 5,5 milioni di anziani in stato di grave deprivazione che risiedono in Europa più di un quarto è concentrato in Italia che registra la situazione più drammatica tra i Paesi fondatori dell’Unione, mentre fanno peggio solo alcuni Stati dell’Est entrati di recente nella Ue come ad esempio la Bulgaria che ha il 37,5% degli over 65 in uno stato di grave deprivazione materiale, la Romania che ha il 22,5%, la Lituania al 17,3% o la Croazia con il 14,5% spiega un’analisi di Uecoop su dati della Commissione Ue per gli affari sociali. Mentre sempre oltre l’ex Cortina di ferro si posizionano meglio dell’Italia l’Ungheria di Orban con il 10,2%, la Slovacchia con l’8%, la Polonia con il 5,9% o la Repubblica Ceca con il 3%.

La sfida del futuro – continua Uecoop – è quella di potenziare l’assistenza pubblica e privata attraverso il meglio delle professionalità che si potranno mettere in campo a fronte di 12,2 milioni di italiani che – sottolinea Uecoop – rinunciano a curarsi per difficoltà economiche e oltre 7 milioni che si sono indebitati per farlo e 2,8 milioni che hanno venduto casa per pagarsi delle cure mediche secondo il Censis. In questo scenario è necessario potenziare un sistema di welfare che valorizzi – conclude l’Unione europea delle cooperative Uecoop – la parte più avanzata quel mondo cooperativo per affiancare con qualità e professionalità il servizio pubblico dando risposte ai bisogni della gente e al tempo stesso promuovendo il lavoro e l’occupazione.


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