Is Mirrionis, periferia a metà: “Rione emarginato con mini regni di potere”

Nel rione cagliaritano con più abitanti, 12668, i problemi sembrano non mancare. Roberto Copparoni: “Troppe tensioni, qui i cittadini sono emarginati dalle istituzioni. Ci sono ancora dei piccoli regni che fanno capo al ‘personaggio’ di turno che fa favori, c’è la piaga dell’eterna sussistenza”


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Di Paolo Rapeanu

 

Nel rione cagliaritano con più abitanti, 12668, i problemi sembrano non mancare. Roberto Copparoni: “Troppe tensioni, qui i cittadini sono emarginati dalle istituzioni. Ci sono ancora dei piccoli regni che fanno capo al ‘personaggio’ di turno che fa favori, c’è la piaga dell’eterna sussistenza”
Da 10 anni, in via Baronia, nel cuore di Is Mirrionis, porta avanti progetti sociali e del vasto mondo del terzo settore con la sua onlus Amici di Sardegna e con l’Asecon. Roberto Copparoni, nel doppio ruolo di professore e giornalista, analizza la situazione nel rione eternamente in lotta tra zone di degrado e di timido sviluppo. “Un quartiere ricco di tensioni e contrapposizioni, purtroppo qui la società viene emarginata e non coinvolta dalle istituzioni. In campagna elettorale fioccano le promesse, ma poi non cambia nulla. I giovani hanno poche opportunità, noi con il ministero della Giustizia portiamo avanti progetti legati al reinserimento sociale di molte persone”.
Copparoni, che è anche un noto volto politico a livello locale e regionale – è, nei fatti, il numero uno dei Verdi – lancia una di quelle accuse figlie del “tutti lo sanno ma nessuno lo dice”. “Ci sono ancora i baronati, piccoli regni che fanno capo a questo o quel ‘personaggio’, che a volte può anche avere una connotazione positiva,  se si tratta di risolvere problemi quotidiani come la domanda per un certificato di disoccupazione, ma così il quartiere non potrà mai fare quel salto di qualità indispensabile per uscire dalla sussistenza e dall’indigenza. Si deve ripartire dalla cultura che renda protagonisti i cittadini. A Monte Claro qualche anno fa abbiamo scavato, dopo aver ottenuto l’ok della soprintendenza, tirando fuori dal sottosuolo una tomba punica con dentro due scheletri. Oggi c’è il fosso senza neanche un cartello di avviso dell’importante scoperta fatta”.


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