Il quartiere Castello si spopola: “Zedda ci ha isolato, siamo un centro storico fantasma”

Tutti i problemi del quartiere più antico di Cagliari emergono in una lettera aperta firmata da Maria Carmela Sulis e rilanciata dal comitato “Amici di Casteddu de Susu”. Mentre in molti scelgono di non abitare più a Castello e criticano Zedda: “Sordo e insensibile ha continuato a dare un contributo notevole, come nessun sindaco ha mai fatto prima, alla sostituzione della popolazione residente con le attività commerciali, sottraendo persino i già ridotti marciapiedi ai passanti e trasformando il quartiere in una grande “tavolinizzazione”.


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Il quartiere Castello si spopola: “Zedda ci ha isolato, siamo un centro storico fantasma”.  Tutti i problemi del quartiere più antico di Cagliari emergono in una lettera aperta firmata da Maria Carmela Sulis e rilanciata dal comitato “Amici di Casteddu de Susu”.  “Gentile Sig. Sindaco Massimo Zedda, da anni il quartiere Castello dove vivo è stato sottoposto al fenomeno conosciuto come “monocultura del turismo” che ha determinato la fuga dei residenti verso luoghi più rispettosi dei diritti di civile convivenza: Lei ha dato il maggiore contributo a questo processo con le sue scelte politiche e commerciali.
Castello ha così perso progressivamente la sua identità, la sua peculiarità, la sua memoria e la sua storia. Per millenni uomini e donne sono riusciti a mantenere il giusto equilibrio tra le esigenze inviolabili dei residenti e le esigenze commerciali: oggi questo rapporto non esiste più perché gli abitanti, con le loro botteghe e le piccole attività commerciali, sono stati spazzati via dalla speculazione edilizia, dalla privatizzazione degli spazi pubblici come piazze e marciapiedi: Lei ha dato un forte impulso anche a questo processo con le sue scelte.
Le scrivo perché, dopo aver letto che un altro residente, che abita sopra l’Atelier Corona, è costretto ad abbandonare il quartiere, mi sento ulteriormente angosciata. Abbiamo cercato in tutti i modi di dialogare con Lei, ma non ha mai prestato attenzione alle nostre esigenze: sordo e insensibile ha continuato a dare un contributo notevole, come nessun sindaco ha mai fatto prima, alla sostituzione della popolazione residente con le attività commerciali, sottraendo persino i già ridotti marciapiedi ai passanti (come ben si evince dalle foto allegate) e trasformando il quartiere in una grande “tavolinizzazione”. Lei ha dato, anche per questo aspetto, una forte spinta al processo di omologazione turistica e allo spostamento dei residenti in zone periferiche della città o addirittura nell’hinterland cagliaritano.
Potrei continuare e parlarLe di tanti altri problemi: di ascensori che non hanno mai funzionato, di eterne transenne (all’ingresso di Via Santa Croce, abbiamo l’onore di averle da ben tredici anni) che andrebbero rimosse dopo adeguati interventi di messa in sicurezza, della necessità di chiusura al traffico automobilistico delle strade di Castello nelle ore notturne (soltanto nel quartiere Castello la ZTL funziona dalle 24.00 alle 9.00 del mattino, anzi non funziona perché le macchine vengono parcheggiate prima della mezzanotte, tanto non c’è telecamera di videosorveglianza in uscita), della diffusione di musica a volumi assordanti tra le mura dei palazzi, in spazi non aperti e quindi non idonei per eventi musicali di tale portata, della mancanza totale di servizi, dell’assenza di trasporti pubblici, della mancanza di vie di uscita, dato che Lei ci ha tolto la possibilità di poter uscire anche da via Mazzini.
Faccio parte del nascente “Comitato Casteddu de susu” e stiamo elaborando delle richieste che contemplano la valorizzazione delle ricchezze e delle potenzialità storico-culturali, paesaggistiche ed economiche del quartiere con le esigenze delle cittadine e dei cittadini che vi abitano.
Ancora una volta fiduciosa, le porgo cordiali saluti.


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