Iglesias: “A Monteponi sei mesi dopo l’incendio la terra ancora brucia”

La denuncia di Valentina Pistis, capogruppo Cas@Iglesias: “Dopo sei mesi dall’incendio che ha colpito la città di Iglesias, nel giugno 2017, ancora oggi in numerose zone, insistono dei focolai. Abbiamo appurato, insieme con alcuni abitanti, che la superficie dell’area (ex fonderia piombo e Pozzo Sella) è sprofondata per circa 40 cm”


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Monteponi, a sei mesi dall’incendio ancora focolai. Lo denuncia Valentina Pistis, capogruppo di Cas@Igleasias, prossima candidata a sindaca. “A fine anno, sono stata contattata da alcune famiglie residenti a Monteponi. Il 31 dicembre ho  effettuato un sopralluogo presso il compendio minerario – spiega – dopo sei mesi dall’incendio che ha colpito la città di Iglesias, nel giugno 2017, ancora oggi in numerose zone, insistono dei focolai. Abbiamo appurato, insieme con alcuni abitanti, che la superficie dell’area (ex fonderia piombo e Pozzo Sella) è sprofondata per circa 40 cm. Inoltre, nonostante il lungo tempo trascorso, vi è ancora del fumo denso e acre che fuoriesce dal terreno.”

“Ho provveduto ad inviare, una dettagliata segnalazione alle Autorità competenti, chiedendo di effettuare tutte le verifiche necessarie al fine di tutelare la salute dei nostri concittadini- aggiunge. Destinatari della nota: l’Amministrazione Comunale, il Corpo Forestale e IGEA Spa. “Ad oggi, solo quest’ultima ha risposto tempestivamente affermando che stanno “predisponendo i progetti per la realizzazione delle opere di messa in sicurezza e delle prescrizioni fornite dai Vigili del Fuoco”.

“Continuiamo a chiedere di osservare quanto previsto dalla nostra costituzione e dal Codice dei beni culturali e del paesaggio che ha rigorosamente fissato i concetti di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale. In tal senso, le aree minerarie dismesse rappresentano parte rilevante  dell’identità culturale Iglesiente. Un patrimonio culturale da restaurare per recuperarne, da un lato, l’integrità materiale e, dall’altro, incrementarne la fruizione pubblica, così da trasmettere i valori di cui tale patrimonio è portatore.”