Gli sos dei medici sardi: “Salti mortali ogni giorno, siamo sull’orlo del burrone”

Zero progetti, ospedali “tagliati”, urgenze che diventano emergenze da “bollino rosso”, medici sempre più anziani e giovani al palo. Ecco alcune storie di chi lavora tra le corsie degli ospedali isolani. “Il futuro è tutto un rebus”


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L’Oncologico, il Marino, il Binaghi e il settore della Asl che si occupa di controllare il cibo che finisce sulle tavole dei sardi: i medici lanciano molti sos, tutti giganteschi. Tagli su tagli, servizi “uccisi” da un giorno all’altro, medicinali che scarseggiano, i possibili nuovi medici bloccati nelle sabbie mobili della precarietà. La sanità sarda è in tilt, e i medici, dalla loro viva voce, raccontano situazioni al limite. “I pazienti sono le prime vittime, siamo costretti a fare i salti mortali, ma non sappiamo fino a quando resisteremo”.
Daniele Sabiu è un medico che lavora all’Ematologia dell’Oncologico: “Tre ospedali accorpati senza un progetto, in tutto l’Oncologico c’è un solo primario. La Regione ha mischiato mele con melanzane, tra poco andrò in pensione e, quando passerò davanti all’ospedale mi girerò dall’altra parte dalla vergogna”. Il mondo dei camici è formato anche dagli anestesisti, come Cesare Iesu: “Urgenze ed emergenze a go go, abbiamo un solo elicottero che vola da Alghero su tutta la Sardegna, ma spesso è guasto. Dall’ospedale Marino hanno trasferito tantissimi reparti al Brotzu, gli anestesisti sono sempre meno, chi può scappa all’estero”. Precarietà e incertezza, questi i punti toccati da Gisella Carrucciu, farmacista al Binaghi: “Situazione delicatissima, ogni giorno è sempre più alto il rischio di non poter assicurare le cure necessarie. I fondi sono sempre più risicati, molti medici vanno in pensione e i giovani non vengono assunti”. Angela Vacca, alla Asl di via Nebida, è una veterinaria e cura il settore dell’igiene degli alimenti: “I controlli sono sempre meno frequenti, impossibile fare i salti mortali con poco personale a disposizione. Dai macelli ai settori di trasformazione della carne e del pesce, la sicurezza legata al cibo che finisce sulle tavole dei sardi è messa a forte rischio”.


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