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Di Paolo Rapeanu
Francesca ha 44 anni e una vita scandita da impegni. Almeno fino al 2011: da allora, l’impegno più gravoso e continuo è quello della fibromialgia. I primi sintomi “nascosti” dai farmaci presi in seguito a un intervento alla tiroide. Poi la cura a base di ansiolitici termina, ma i dolori no. Anzi, aumentano vertiginosamente. “Addio alla tanta energia, alla voglia di fare e al movimento. All’improvviso cambia tutto: quando mi addormento mi si bloccano braccia e gambe, mi sveglio di continuo. I miei tanti sogni non ci sono più, spazzati via dalla fibromialgia. Vivo alla giornata, senza energia è difficile affrontare la quotidianità”.
Pochissime persone sanno della malattia di Francesca: “La paura è quella di subire discriminazioni, la società è insensibile e informata male sul tema. Difficile parlarne anche con chi dimostra di essere sensibile. La mia è una malattia invalidante, perché non si è più come prima, si ha un blocco a livello fisico e mentale”. Impossibile – o quasi – anche avere una vita sociale. O una relazione: “Non esiste la continuità ed è complesso trovare chi sceglie di sobbarcarsi il tuo problema, perché nei fatti è un peso”.
E l’appello alla Regione è l’arma che sceglie di utilizzare la 44enne cagliaritana: “Deve riconoscere la fibromialgia quale malattia, io e chi come me vive questa situazione ha necessità di avere tutta una serie di tutele e poter contare sul supporto di centri specializzati e di medici che capiscano e, ancora prima, conoscano la patologia”.