“Io, finita al Brotzu in arresto cardiaco, ho conosciuto Gesù: aiutatemi a ritrovare quel medico”

Graziella Marchi, giornalista cagliaritana, racconta una storia commovente: finita in ospedale con un grave problema e in arresto cardiaco, fu salvata da un primario che oggi chiama Gesù. “Aiutatemi a ritrovarlo e ringraziarlo”, il suo appello


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di Graziella Marchi

VI RACCONTO COSA MI ACCADDE A 19 ANNI ALL’OSPEDALE BROTZU:
ARRESTO CARDIACO PER ORE E RISVEGLIO DOPO ORE.
HO VISTO GESÙ.
VOGLIO CONOSCERE IL PRIMARIO CHE ALLORA LASCIO TUTTI PER ASSISTERMI ASSIEME A MIO PADRE PRESENTE E ANGOSCIATO.

Ero appena diplomata. Volevo lavorare ed avevo deciso di farmi l allora previsto “libretto sanitario”, quindi dovevo fare le analisi ed i vaccini.
Andai all’ ospedale BROTZU di Cagliari, all’ epoca nuovo ospedale all’avanguardia.
Mi accompagnò mio padre perché dall’età di 12 anni mi venivano dei collassi per forti emozioni o durante prelievi di sangue.
Mi feci forza e mi fecero il prelievo. Sembravo tranquilla. Poi mi chiamarono per farmi al braccio il vaccino dell’antitifica. Passarono un paio di minuti e dissi a mio padre seduto alla mia destra: “pa’… mi sto sentendo ma…” E caddi in avanti, seduta, dalla sedia.
Da quel momento per mio padre fu un’angoscia tremenda. Chiamarono il primario del BROTZU che lascio’ ogni cosa per soccorrermi. Era mattina.
Io mi vedevo dal di fuori alla fine di un andito lungo, pareti nere, pavimento bianco, e da lontano avanzava un uomo: cappelli lunghi castani, barba castana, abito bianco lungo, mi sorrideva, camminava verso di me, allungò il braccio destro e la mano destra, una mano lunga, che ancora oggi ricordo. Io allungai la mia mano per toccare la sua, e mentre la stavo per toccare vidi la mano allontanarsi, e Lui, Gesù, non lo vidi più ed io dissi: “voglio acqua” e sentii delle voci in lontananza che dissero: “Si sta svegliando”, ma non riuscivo ad aprire gli occhi, non avevo forze, e subito sentii che mi accudivano, era il primario, mio padre, i medici. Mi tennero li tutto il giorno ed ore dopo il primario e mio padre mi presero sotto le ascelle e mi portarono verso un bagno per lavarmi il viso. Non riuscivo camminare.
E sentii dire: “era in arresto cardiaco”.
Oggi, ogni giorno da allora, vivo ogni minuto della mia vita come fosse l’ultimo.
Sono combattiva e forte contro ogni ingiustizia.
Sono viva. Gesù esiste.
Quindi accettatemi per come sono.
Ed il primario di allora, era il 1981 o 82, aiutatemi a cercarlo per ringraziarlo.
Ed un ringraziamento al mio papà Roberto Marcello che per me si è speso ed ha avuto tanti shock emotivi.
Grazie alla vita, a mia madre che non ho più, che mi hanno dato tanto.
Graziella


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