Dove finisce l’hobbismo e inizia l’abusivismo? Cna chiede norma che ponga limiti

“E’ improcrastinabile una legge che disciplini anche in Sardegna l’attività degli hobbisti, come è avvenuto in altre Regioni italiane”. La CNA Artistico e Tradizionale chiede alla Regione Sardegna un forte intervento legislativo


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E’ ormai improcrastinabile una legge che disciplini anche in Sardegna l’attività dei cosiddetti hobbisti, come è avvenuto in altre Regioni italiane come l’Emilia Romagna, la Val d’Aosta, la Lombardia, il Trentino Alto Adige”. La CNA Artistico e Tradizionale Sardegna chiede alla Regione Sardegna un forte intervento legislativo che delimiti e disciplini in maniera decisa e trasparente l’attività di chi esercita l’artigianato per hobby e puro piacere e oggi può vendere i propri manufatti al pubblico senza essere sottoposto alle più elementari norme fiscali, amministrative, di sicurezza.

Negli ultimi anni le iniziative di promozione e vendita dei cosiddetti hobbisti e di coloro che si considerano creatori di opere dell’ingegno si sono moltiplicate – spiega Maria Antonietta Dessì, responsabile della CNA Artistico e Tradizionale Sardegna -. Il problema non è nuovo, ma oggi assume dimensioni sempre più preoccupanti. Una certa presenza fisiologica di soggetti che si spacciano per hobbisti sarebbe forse tollerabile, ma la situazione sta diventando davvero inaccettabile”.

In Sardegna i cosiddetti hobbisti, che in realtà sono spesso veri e propri artigiani abusivi, coprono ormai spazi che un tempo erano appannaggio di aziende regolarmente iscritte del settore artistico, tipico e tradizionale, che purtroppo hanno chiuso bottega. Oggi sono sempre più diffuse e partecipate le iniziative promozionali e di vendita riconducibili ad associazioni private di hobbisti o ad enti pubblici (i Comuni sono particolarmente attivi). Basti osservare quante e quali iniziative sono già in calendario da tempo per le festività di Natale, non solo nelle principali città isolane, ma anche in Comuni più piccoli. La rete degli hobbisti è dinamica e presente soprattutto online, garantisce l’organizzazione frequente di iniziative di ogni genere e impegna un gran numero di spazi pubblici.

Questi soggetti operano nella totale libertà e nella completa assenza di controlli e stanno occupando punti strategici per il commercio – aggiunge Peppino Mele, presidente della CNA Artistico e Tradizionale Sardegna -: invadono sistematicamente i mercatini delle località turistiche più rinomate, ma anche locali e strutture pubbliche di pregio e di grande visibilità, dove sono in grado di impegnare gli spazi con largo anticipo e pagare cifre importanti per l’affitto. Godono di posizioni di assoluta visibilità in iniziative promozionali del territorio, non ultime le zone interne. E’ difficile credere che chi si presenta con stand di dimensioni notevoli, una quantità di prodotti ragguardevole per un valore di migliaia e migliaia di euro si possa considerare un semplice amatore. Purtroppo – prosegue Mele – il sommerso, che prende talvolta impropriamente il nome di hobbismo, sta scalzando le aziende regolarmente iscritte e lo sta facendo con il benestare di istituzioni e organismi di controllo. Stanno addirittura nascendo associazioni che oltre ad organizzare la presenza degli hobbisti nelle manifestazioni o nelle fiere, aprono negozi veri e propri dove la ricevuta non è un documento fiscale, ma una ricevuta per contributo all’associazione stessa. Siamo al ridicolo”.

Più volte, negli ultimi tempi, la CNA ha evidenziato che gli hobbisti – oltre a non contribuire dal punto di vista fiscale – creano una concorrenza sleale ai danni delle imprese regolari. “Eppure – spiegano i vertici dell’associazione artigiana – la responsabilità di chi assiste inerme a questo fenomeno pur avendo il compito di contrastarlo è pesantissima. Il rischio è infatti l’estinzione definitiva di un settore importantissimo, quello dell’artigianato artistico, tipico e tradizionale, che pur non vantando numeri di primaria importanza dal punto di vista economico, ha una valenza unica in termini di identità, di tradizione, di storia. Questo settore è il passato e il futuro di questa regione, ma non può sopravvivere in assenza di un’azione forte e decisa a suo sostegno”.

Per questo motivo, la CNA Artistico e Tradizionale chiede con forza che la figura dell’hobbista venga urgentemente disciplinata con una legge regionale, al pari di quanto accaduto per esempio in Regioni come l’Emilia Romagna, la Val d’Aosta, la Lombardia, il trentino Alto Adige. “Come CNA Artistico e Tradizionale chiediamo un intervento legislativo forte che delimiti e disciplini in maniera chiara questa attività – spiegano Maria Antonietta Dessì e Peppino Mele –. Riteniamo doveroso porre un limite all’attività dell’hobbista e del creatore di opere dell’ingegno. Non è plausibile che un soggetto che dichiara di produrre dei manufatti per puro piacere sia poi in grado di partecipare a decine di eventi durante l’anno. Non ci si spiega come possano questi sedicenti amatori, che dichiarano di svolgere l’attività unicamente come hobby, sostenere le gravose spese di partecipazione a un numero così rilevante di eventi e produrre in quantità di manufatti tali da poter vendere sempre e ovunque. Non si tratta di attività occasionali, ma di vere e proprie professionalità messe in campo in maniera strutturata e permanente, al pari di un’impresa vera e propria”.

Infine la CNA mette in evidenza anche il ruolo di chi acquista i prodotti. “Il consumatore deve sapere di quale responsabilità si fa carico ogni volta che acquista un oggetto – concludono Dessì e Mele -: comprare dalle imprese regolari significa contribuire a mandare avanti l’economia di questo Paese. Negli altri casi no”.


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