Fiera, l’ultimo vuoto della città fantasma

Ospedale Marino, San Giovanni di Dio, ex carcere di Buoncammino e ora anche il quartiere fieristico. Edifici chiusi o semivuoti, comunque in declino. Un elenco lunghissimo. Ecco la mappa del degrado in città


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San Giovanni di Dio, ex carcere di Buoncammino e vecchio ospedale Marino. E senza contare tutte le servitù militari. A completare la collezione degli edifici vuoti ( o semivuoti) in città ci mancava solo il rione fantasma.  È il quartiere fieristico. Dodici 12 padiglioni (di cui 2 vincolati) distribuiti su 12 ettari in una zona (edificabile al centro del capoluogo dell’Isola e a pochi passi dal mare) di altissimo valore immobiliare, abbandonati. Un declino annunciatissimo (i primi allarmi sono stati lanciati una decina di anni fa) quello della Fiera, incapace di rinnovarsi dopo 70 anni di immobilismo e sprechi, ora in attesa di progetti di sviluppo da formulare, finanziare e concretizzare.  Ma intanto nell’album degli edifici fantasma cagliaritani si aggiunge una nuova figurina.

Della crisi della Fiera si era accorto l’ex presidente Gianni Biggio che nel 2009 aveva promosso un concorso di idee per la riqualificazione del quartiere fieristico. Il progetti vincitori (2 ex aequo) prevedevano anche uno sbocco a mare, un parcheggio sotterraneo e spazi verdi. Servivano 100 milioni di euro per la sistemazione, ma nessuno (né Regione, né Comune, né altri) li ha mai chiesti e il risultato è stata la morte della Fiera. “Io i segnali li avevo lanciati”, ricorda Biggio, “c’era ogni anno lo zero virgola in meno e più la crisi delle fiere nel resto del Paese. Purtroppo oggi le istituzioni non capiscono l’importanza della Fiera. Li assolvo perché il problema è che davvero non ci arrivano”. L’ex definisce il quartiere fieristico “exposition center” indispensabile per una città che mira a diventare luogo di attrazione e ricorda le ultime soluzioni prospettate: esposizioni fisse di vini e artigianato locale, grandi eventi (concerti rock, ecc) e soprattutto studios cinematografici per le produzioni interessate a girare nell’Isola spot commerciali, film e serie Tv. E ora i rumors di palazzo ipotizzano per la Fiera un futuro che non potrà prescindere da alberghi e turismo congressuale e della nautica.

  Ma la Fiera è solo l’ultima della serie. Il capolavoro della burocrazia è l’ospedale Marino vecchio. Struttura vincolata destinata ad accogliere un centro di riabilitazione e turistico di lusso, impelagata in una bega: l’impresa vincitrice si è aggiudicata il bando per la riqualificazione promosso dall’assessorato regionale al Patrimonio, ma ha ammesso di non essere in grado di far partire senza prima avere gli accreditamenti dell’assessorato regionale alla Sanità il quale a sua volta, si è dichiarato, per regolamento, impossibilitato ad assegnarli. Si attende l’esito della lunga controversia giudiziaria.

Per il San Giovanni di Dio, sguarnito dopo il trasferimento di quasi tutti i reparti al Policlinico e di proprietà dell’azienda mista ospedaliero-universitaria, il Comune ha studiato l’ipotesi di “cittadella della salute”, mentre per l’ex carcere di Buoncammino, ancora di proprietà del ministero di Grazia e Giustizia nonostante il trasferimento dei detenuti nel nuovo penitenziario di Uta, la soluzione ipotizzata da via Roma è quella di spazio universitario (mensa, archivio, biblioteche, foresterie e spazi fitness e per l’animazione culturale studentesca.

Mentre per l’ex Manifattura Tabacchi, ancora chiusa, il destino sembra definito: start up e attività culturali.

Ma l’elenco degli edifici fantasma, sbarrati, vuoti o semivuoti, è lungo. Gli enti interessati sono tanti e le responsabilità diverse: Demanio, Regione, Comune, Università, ministeri vari e a volta anche privati. Le cause sono molteplici. Spesso mancano fondi (più le difficoltà che si incontrano al momento di convincere i privati a investire su grandi immobili vincolati e dagli alti costi di gestione) e a volte anche idee. La lista, tra gli altri, comprende le caserme di Calamosca, l’ex ospedale militare di via Azuni, l’hotel Mediterraneo, i ruderi di palazzo Aymerich, quelli della Stazione di posta di via dei Valenzani, l’ex clinica Macciotta, l’ex collegio degli Scolopi, l’ex teatro dell’Arco, il vecchio hangar di Is Mirrionis, l’ex centro sanitario di Giorgino, il vecchio pastificio di piazza Sant’Avendrace o la casa delle madri di via Bacaredda. 


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