Fibromialgia, fari finalmente accesi anche a Cagliari: “Le più colpite? Le donne”

Pienone nella sala Search per il convegno organizzato dall’Associazione sarda malati reumatici. In campo reumatologi e psichiatri: “La Regione riconosca quella che è una malattia, reale e non immaginaria, dagli effetti devastanti”


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Il punto di accordo tra i medici di diversi settori – reumatologi e psichiatri – c’è tutto: la fibromialgia è una malattia, e come tale deve essere trattata. E riconosciuta, soprattutto, anche in Sardegna. Altre regioni italiane sono già avanti sul tema, nell’Isola la situazione è di stand-by. I fari sulla fibromialgia si accendono grazie al convegno ad hoc organizzato dall’Asmar (la onlus sarda dei malati reumatici). Nel sottopiano comunale del Search, oltre cento persone – molte delle quali affette da quella malattia che porta, soprattutto, forti dolori cronici – hanno voluto ascoltare analisi e pareri dei medici. Ed emerge soprattutto un dato: a soffrire di fibromialgia sono soprattutto le donne.
“Il rapporto è di sette a uno, le donne sono predisposte maggiormente e hanno una sensibilità al dolore maggiore. Alcuni rimedi diversi dalle medicine? Stretching, fangobalneoterapia e bagni con acqua molto calda”, spiega Enrico Cacace, reumatologo al Policlinico di Monserrato. Mauro Carta, professore di Psichiatria all’Università, è netto: “Non si tratta di una malattia immaginaria, chi ne soffre ha effetti devastanti sulla sua vita. Deve essere riconosciuta quale malattia invalidante”. Alessandro Mathieu, professore di reumatologia dell’Ateneo cagliaritano: “La strada da fare è ancora tanta, dopo che viene fatta una diagnosi precisa è indispensabile una terapia ad hoc, totalmente ritagliata sul paziente”.