Festival Bianco e Nero in programma dal 20 ottobre al 2 novembre

Martedi 17 ottobre, alle 11, al Centro comunale il ghetto la presentazione del Festival bianco e nero


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“Questa terra non assomiglia ad alcun altro luogo”. Così pensava Lawrence della nostra amata Sardegna. E’ proprio da questa celebre citazione che raccogliamo l’input per far raccontare un pizzico di Sardegna a chi sardo non è. Sono infatti  tanti gli ospiti che  parleranno a Cagliari di immigrazione, integrazione,  multiculturalismo all’interno del festival Bianco e Nero in programma dal   20  ottobre al 2 novembre per spostarsi nei paesi che aderiscono al Consorzio dei Laghi (Orroli, Nurri, Serri, Isili, Esterzili, Sadali ) . Attraversamenti è il titolo della rassegna ideata e diretta da M.Dolores Picciau per il secondo anno consecutivo,  che vedrà la presenza  (venerdì 20 alle 18.00 alla Mediateca del Mediterraneo)  di Nello Scavo  ( reporter internazionale e cronista giudiziario per il quotidiano Avvenire)che  presenterà il suo libro Perseguitati. Sabato 21 ottobre alle 18.00  sempre alla Mem  è previsto l’intervento del giornalista Mediaset  Toni Capuozzo dal titolo Fronti e Frontiere. Domenica 22 ottobre il festival si sposterà al  Centro comunale il Ghetto di via Santa Croce  18 a Cagliari dove alle 11.00  la giornalista Rai Anna Trebbi introdurrà  il lavoro del  fotoreporter Nikos Pilos, una delle più importanti firme del fotogiornalismo internazionale. Alle 16 il giornalista del Tg 2  Valerio Cataldi presenterà il docu film  Io sono Aziz (2017), lavoro che si è aggiudicato il  premio Luchetta, premio Anello Debole, menzione speciale all’accoglienza festival internazionale del Cinema di frontiera. Alle 18.00 il giornalista Mediaset Gioacchino Bonsignore, autore della rubrica Gusto su Canale 5 , parlerà di cucina  italiana e della sua evoluzione. L’intervento intitolato provocatoriamente Paccheri e curcuma,  metterà  in evidenza come si sta evolvendo la cucina italiana a contatto con nuove culture ed etnie. Per l’occasione ci sarà anche una dimostrazione culinaria con lo  chef Marcello Putzu.   Ad introdurre il festival martedì 17 ottobre alle 11.00 al Centro comunale il Ghetto sarà l’inaugurazione della  mostra  fotografica di Uliano Lucas dal titolo Punti di vista. Le fotografie un centinaio in tutto,  provengono per la maggior parte da reportage giornalistici che Lucas (autore dell’enciclopedia Einaudi sul fotogiornalismo in Italia)  ha  realizzato nel corso degli anni come fotoreporter indipendente. Sono fotografie di cronaca, immagini scattate un po’ ovunque,  nella Sardegna e nel mondo che abbracciano sessant’anni di storia e che scandiscono alcune tappe  fondamentali  del nostro tempo.

L’idea del festival  è quella di parlare dei nostri territori, osservare i cambiamenti, analizzare le nostre città sempre più multiculturali che si arricchiscono di colori, sapori, profumi di mondi e culture diverse. Nell’attuale quadro sociale, l’incontro con l’altro con il “diverso” non è più limitato ad episodi sporadici, ma rientra nelle situazioni di vita quotidiana. È a quest’ultima che bisogna far riferimento per comprendere gli ambienti della società globale. Solo da pochi anni  infatti il nostro paese ha visto invertire la tradizionale tendenza per ciò che concerne i flussi migratori trasformandosi da paese di emigrazione a paese di immigrazione.

La ratio del progetto può apparire semplice, ma non certo scontato: abbiamo intenzione di dare voce a problematiche di enorme impatto sulle nostre vite e sulla nostra percezione di quella che chiamiamo globalizzazione. E lo vogliamo fare a partire dalla smitizzazione di persistenti luoghi comuni che alimentano false e pericolose idee. Intendiamo offrire una interpretazione costruttiva dei percorsi di cambiamento della nostra società , senza nasconderci le difficoltà e i rischi che tali operazioni su vasta scala comportano. Ma ci sorregge la convinzione che i sardi sappiano operare nel concreto con grande sensibilità e competenza. Abbiamo in mente un’altra Sardegna, forse meno pittoresca, e magari meno attrattiva rispetto alle vetuste immagini delle zone interne come teatro dei sequestri. Vogliamo comunicare un’altra Sardegna, solidale, cooperativa, aperta. E vogliamo verificare se l’incontro con l’Altro possa produrre un mutuo arricchimento. “Il diavolo viene dal mare”, sentenziavano molti in passato. Il nostro mare ha diviso, ci ha diviso, e oggi ci può riunire. Senza palingenesi, senza retoriche buoniste, senza ipertrofie dell’Ego. Non siamo i migliori del mondo, ma siamo una terra che, al momento giusto, come questo, sa dare risposte. E le vuole comunicare, perché noi sappiamo produrre azioni virtuose e sappiamo leggere le sfide del nuovo tempo.