Federica Vacca, la forza oltre la malattia: “In un parcheggio invalidi la proposta di nozze”

La storia bellissima di Federica Vacca, la ragazza di 29 anni che scriverà una nuova rubrica su Casteddu Online: “Nemmeno per un momento vorrei cambiare la mia strana vita con quella di una persona sana, la mia malattia ha fatto di me ciò che oggi sono, mi ha fatto diventare forte, sensibile, coraggiosa”: Mandateci le vostre storie per la rubrica “Parcheggio invalidi”


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di Federica Vacca

E’ giusto che io presenti la mia rubrica, che è una novità qui su Castedduonline, ma, prima ancora, voglio presentarmi io a voi.

Mi chiamo Federica Vacca, ho 29 anni e vivo a Villacidro anche se ho trascorso gran parte della vita a Cagliari. All’età di 17 anni mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla e, come tante altre persone, ci combatto tutt’ora, studio scienze del servizio sociale e cerco di mandare avanti i miei sogni, per quanto enormi possano a volte sembrare.

La mia malattia mi ha cambiato la vita in mille modi diversi: da ragazza in linea sono diventata deliziosamente curvy a causa delle terapie, da essere una ballerina sono passata a cercare di diventare una “para” ballerina nel circuito paraolimpico, rincorrere un bus che sto per perdere è impossibile, scrivere a mano un’utopia, non posso mettere una gonna attillata perchè la mutanda assorbente mi renderebbe ridicola, camminare sui tacchi come una ragazza normale diventa una sfida invalicabile, il parcheggio invalidi è diventata la mia tana, tanto che mio marito mi ha chiesto proprio in un parcheggio invalidi di sposarlo.

Ma comunque nemmeno per un momento vorrei cambiare la mia strana vita con quella di una persona sana, la mia malattia ha fatto di me ciò che oggi sono, mi ha fatto diventare forte, sensibile, coraggiosa e mi ha dato quel pizzico di ironia che mi serve ogni giorno per tirarmi fuori dalle gaffe che faccio a causa sua. Ad essere sincera, tutto questo è straordinariamente bello perché ora mi sento di vivere davvero. L’imperfetto ora è perfetto per me, sia che guardi il mondo da una sedia o che lo guardi camminando un po’ zoppa sulle mie gambe doloranti e gonfie, ora vedo cose che prima non vedevo.

Quando mi capita di passeggiare per Cagliari in mezzo alle persone troppo prese dalla loro vita, quando la maggior parte delle volte la mia andatura ondeggiante e lenta dà loro fastidio, mi guardo intorno e mi chiedo come sarebbe se anche io potessi camminare veloce nella salita di via Manno, se potessi correre nella spiaggia del Poetto, o semplicemente saltare ad un concerto. Poi tornando nel qui ed ora capisco che và bene cosi, perché il dono che mi è stato dato vale tutte le rinunce che ogni giorno devo fare.

E’ sempre un’emozione andare a intervistare una persona che come me sta affrontando qualcosa e ogni volta che lo faccio vado via da una casa con nuovi amici e un dono bellissimo, la loro storia. Sapete, è difficile spiegare a chi non ha provato cosa voglia dire, ascoltare una persona che sceglie te per raccontare le sue sofferenze. É bellissimo quando i miei occhi guardano i loro, quando le mie mani si uniscono alle loro, penso che tutto questo non abbia un prezzo, ed è proprio da queste sensazioni che è nata la mia rubrica che ho deciso di chiamare appunto ” Parcheggio invalidi”. É uno spazio mio, vostro, dove raccontarvi, dove protestare, segnalare, urlare dove essere sicuri che qualcuno vi starà a sentire, un luogo nostro, di noi che a volte non abbiamo voce per urlare, gambe per correre, ma abbiamo un gran cuore ed è giusto che tutti lo sappiano.

Tratteremo tutte le malattie, handicap, patologie, storie che riuscirò a trovare o che voi stessi deciderete di offrirmi, sarò felice di informare, denunciare, raccontare quello che voi volete dirmi e in tutto questo spero di sensibilizzare la società ormai troppo presa dalla quotidianità per accorgersi di noi.

Quindi spero che la mia avventura in questo giornale sia piena di novità, amici, storie, ma soprattutto che non rimanga solo la mia ma che diventi la nostra avventura, perché questo spazio è per tutti voi.

Buona lettura.