Cagliari, Gavino Murgia Blast Quartet feat. Mauro Ottolini al Jazzino

Intriganti alchimie sonore con la potenza esplosiva dei fiati e un’incalzante e rigorosa sezione ritmica con il Gavino Murgia Blast Quartet feat. Mauro Ottolini martedì 28 febbraio al Jazzino di Cagliari


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Intriganti alchimie sonore con la potenza “esplosiva” dei fiati e un’incalzante e rigorosa sezione ritmica con il Gavino Murgia Blast Quartet feat. Mauro Ottolini, nuovo e interessante progetto musicale scaturito dall’incontro tra il sassofonista Gavino Murgia e il trombonista e compositore Mauro Ottolini – con Aldo Vigorito al contrabbasso e Pietro Iodice dietro piatti e tamburi, per un coinvolgente viaggio sul filo delle note tra composizioni originali dell’artista nuorese e rivisitazioni di classici standards del jazz. Il formidabile quartetto sarà in tournée nell’Isola sotto le insegne del Jazz Club Networkorganizzato dal CeDAC – nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna – con quattro imperdibili appuntamenti: DOMANI (martedì 28 febbraio) alle 21.30 al Jazzino di Cagliarimercoledì 1 marzo alle 21 al Caffé Gana ‘e Gortoe di Siniscolagiovedì 2 marzo alle 22.30 al Poco Loco di Alghero e infine venerdì 3 marzo alle 20.30 a Il Vecchio Mulino di Sassari.

Sotto i riflettori il Gavino Murgia Blast Quartet feat. Mauro Ottolini – inedito ensemble di matrice jazzistica, formazione in chiave “pianoless” incentrata sulla dialettica tra lo strumento ad ancia e il più versatile degli ottoni, con un solido groove a dar ulteriore slancio a una performance che sposa il rigore della partitura alla libertà d’interpretazione. Un repertorio pensato “ad hoc” per mettere in risalto le peculiarità dei singoli strumenti, in cui i brani scritti da Gavino Murgia e la rivisitazione di “pezzi celebri” della storia del jazz offrono spunto e materia per virtuosistici assoli e un vigoroso e felice interplay, in un concerto dove le suggestioni della cultura mediterranea si intrecciano alle radici della black music.

L’anima nera dell’America e le derive europee del jazz, una vocazione per lo swing e la creatività nell’indagare e sfruttare le possibilità espressive dei singoli strumenti e l’intreccio tra le diverse timbriche e tessiture si fondono in un progetto musicale «nato dall’idea di dar vita ad una nuova formazione “classica” – ma senza il pianoforte» racconta Gavino Murgia «e sviluppato intorno a una serie di composizioni scritte per questo gruppo e questo suono: mi piaceva l’idea di far suonare insieme il sax e il trombone».

Il Gavino Murgia Blast Quartet feat. Mauro Ottolini ha mosso i suoi primi passi un anno fa, con una serie di concerti e adesso ritorna nell’Isola per il Jazz Club Network del CeDAC: «alla fine di questo giro registreremo il disco» annuncia il sassofonista e polistrumentista nuorese, che preferisce non rivelare troppi dettagli dell’album – la cui uscita è prevista già forse per il 2017. Il disco conterrà dodici o tredici brani originali e inediti, alcuni dei quali saranno proposti “in anteprima” agli spettatori del Jazzino di Cagliari e del Caffè Gana ‘e Gortoe di Siniscola, come del Poco Loco di Alghero e del Vecchio Mulino di Sassari. Tra gli altri un omaggio a Sergio Atzeni sulle note de “I danzatori delle stelle”, e una seducente e misteriosa sfumatura di “Amaranto”mentre un richiamo all’Isola è contenuto già nel titolo di “Bardofulas”.

Sul palco (e prossimamente in sala d’incisione) Gavino Murgia ai sassofoni (sax soprano, tenore e baritono) e Mauro Ottolini all’irrinunciabile trombone e alle “conchiglie”, Aldo Vigorito al contrabbasso e Pietro Iodice alla batteria: tutti musicisti di grande esperienza, con un’intensa carriera e importanti collaborazioni con i grandi nomi del jazz, uniti dalla comune passione per le note improvvisate. «Son musicisti con i quali lavoro da anni, e con cui è sempre un piacere ritrovarsi sul palco: il Blast Quartet nasce dalla volontà di misurarmi con una formazione “classica” di jazz» precisa Gavino Murgia, che ricorda che « il club è il luogo naturale del jazz, la dimensione più intima – è bello suonare nei teatri, e sui grandi palchi dei festivals, ma nel club si assapora ancora di più la vicinanza dei musicisti con il pubblico», come nella migliore tradizione della musica improvvisata.


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