“Alcuni episodi di razzismo, ma la maggior parte dei cagliaritani sono accoglienti”

Olga, 24 anni, nata a Vitebsk, vive a Cagliari da sette. “Il primo anno di università è stato difficile, alcuni colleghi mi avevano preso di mira perché straniera”. Oggi, la situazione è nettamente migliorata: “Sto per laurearmi alla magistrale di Lingue, voglio fare la traduttrice”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Di Paolo Rapeanu

Dalla seconda città per numero di abitanti della Bielorussia a quella più popolosa della Sardegna. Con vari step: 2 mesi d’estate e 1 in inverno da adolescente. “Poi, a 17 anni, la famiglia che mi ospitava mi ha offerto la possibilità di trasferirmi a Cagliari per svolgere i miei studi”. Da quel momento, tanto studio, divertimento e, col tempo, anche la partecipazione alle iniziative sociali imbastite dalla comunità ortodossa. Con un inizio, in facoltà, non facile: “Qualche collega aveva messo in giro stereotipi bruttissimi legati alle donne bielorusse”.
Ma Cagliari, fortunatamente, è una città abitata, per la maggior parte, da persone curiose e aperte verso chi arriva da lontano: “Qui ho stretto amicizia con tanti ragazzi e ragazze, Cagliari ormai è nel mio cuore. Dopo la seconda laurea vorrei lavorare come interprete”. La Sardegna è una terra dove non è facile, però, trovare lavoro. Olga lo sa bene: “Infatti non voglio fare progetti a lungo termine”. Nel frattempo, si prepara a insegnare le basi della lingua russa grazie a un progetto dell’associazione Cittadini del mondo: “Tanti cagliaritani sono incuriositi, sia dalla nostra lingua sia dalla nostra cultura”.


In questo articolo: