Diabete in Sardegna: “Uno choc per molti, adulti anche a rischio infarto o ictus”

L’esercito dei sardi malati di diabete è in aumento. La tecnologia aiuta a tenerlo sotto controllo, ma bastano alcuni accorgimenti per evitare di ammalarsi: “Una terapia comportamentale unita a uno stile di vita sano, dai giovani agli anziani. Ecco come”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA alla diabetologa Stefania Casula


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di Paolo Rapeanu

La “giornata mondiale del diabete” sbarca anche a Cagliari, e non potrebbe essere altrimenti, in una Regione dove ci sono decine di migliaia di abitanti colpiti da questa malattia. Stenia Casula, cagliaritana di 32 anni, è un’esperta diabetologa: “Necessario fare sempre uno screening, una prevenzione per una possibile terapia comportamentale atta a migliorare la quotidianità”. E come? “Con un’attività fisica quotidiana, unita a una dieta, dai più giovani agli anziani, che non devono essere assolutamente abbandonati, visto che anche la vita si è allungata”, osserva la Casula. Tuttavia, quando si scopre di avere il diabete, quasi nessuno la prende bene. Anzi.
“La notizia che si apprende è choccante, le persone si chiedono che errori abbiano fatto nella vita e se ci sia la possibilità, comunque di curarsi ed evitare malattie cardiovascolari, infarto o ictus”. E, con la tecnologia sempre più avanzata, l’amara sorpresa: in Sardegna “ci si scontra ancora con le limitazioni della burocrazia, tempi lunghi che scoraggiano i pazienti nell’utilizzare i glucometri, le nuove applicazioni per controllare la glicemia”, argomenta la dietologa, “e i nuovi microinfusori. Tutti prodotti utili, sicuri ed efficaci”.