Un condominio di super cafoni trasformato da un sogno

Il finale dello spettacolo è un omaggio a Enzo Baldoni, il giornalista freelance che fu 
abbandonato al suo destino e lasciato morire in Iraq nel 2004

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di Paolo Piu 
 
 
Urla, dispetti, calunnie, insulti pesanti, gelosie palesi e maldicenze gratuite sovrabbondano in un condominio di un quartiere popolare, espressi in un italiano dal forte accento regionale e farcito con espressioni in dialetto assai colorate e penetranti. “Supercondominio”, la divertente farsa portata in scena a La Vetreria dai Cada die teatro, per la regia di Pierpaolo Piludu, nelle serate del 10 e 11 giugno, ha riscosso il plauso degli spettatori che anche in questa occasione ha riempito la sala, per non perdersi le esilaranti battute dei bravissimi attori, tutti non professionisti, che per oltre un’ora hanno divertito e ammaliato il pubblico accorso numeroso per assistere alla  rappresentazione. 
 
Una trentina di attori, che incarnano ciascuno un personaggio ben caratterizzato dalle proprie nevrosi al limite della follia, rappresentano una maschera, una caricatura degli aspetti più rappresentativi del degrado di un’umanità che fa di tutto per essere di ostacolo all’interesse comune e allo sviluppo dell’armonia in un contesto sociale. Tutte queste azioni meschine e spesso volgari coinvolgono e travolgono i condomini in un vortice che tende sempre più al ribasso. A poco valgono i richiami alla bontà da parte di Santino (interpretato da Fulvio Gennamari), nel tentativo di riportare l’armonia in quella gabbia di matti. 
 
Finalmente il sogno di Mariolino (Alessandro Congeddu), assume un valore catartico per l’intera vicenda e i suoi personaggi, introducendo un punto di rottura in quel vortice di maldicenza e malevolenza. Da quel momento tutto cambia. Il riso e l’allegria, protagonisti del suo sogno, vengono estesi alla vita quotidiana, trasformandola radicalmente, la quale ha il sopravvento sui litigi e i dispetti.  
 
Il regista ha posto l’accento sull’influenza che assume la mente nella vita ordinaria, e il modo che ha di plasmarla e condizionarla: ciò che viene sognato si trasforma in realtà. I sogni di Mariolino hanno un’efficacia di gran lunga superiore alle parole di Santino, che rimangono vuote e inascoltate. Attraverso il sogno, l’incubo iniziale viene trasformato nel suo opposto, rendendo il condominio un luogo di allegria. Particolarmente divertenti le scene corali, guidate da Massimo Pisano, anche nella veste di aiuto regista. L’invito a scegliere sempre gli aspetti positivi della vita, iniziando proprio con l’andare d’accordo, è il messaggio pienamente accolto dagli squinternati condomini, che da quel momento modificheranno radicalmente il loro modo di vivere e di rapportarsi gli uni con gli altri. Quando l’armonia è raggiunta, una voce fuori campo richiama al silenzio e al rispetto delle regole, esattamente come all’inizio della rappresentazione, ma con esito opposto. 
 
Il finale dello spettacolo è un omaggio a Enzo Baldoni, il giornalista freelance che fu abbandonato al suo destino e lasciato morire in Iraq nel 2004, nel cui testamento compare un invito esplicito all’allegria, alla baldoria, alle libagioni, alla musica, alle danze e a tante risate gioiose. Alla fine l’impulso alla vita prevale sempre sulla morte.
 
 
 
 


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