Credito e il suo futuro per le micro imprese della Sardegna. Una strada stretta ma possibile

Credito alle imprese in Sardegna: si riduce e costa di più, più penalizzate le piccole imprese


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Non serve una manovra finanziaria di galleggiamento, ma una legge di stabilità con un profilo marcatamente orientato a sostenere la crescita economica. E’questa la richiesta che la Cna Sardegna ha rivolto al Consiglio regionale durante il convegno dal titolo “Credito e il suo futuro per le micro imprese della Sardegna – Una strada stretta ma possibile” che si è tenuto oggi presso il Business Centre Aeroporto di Elmas e organizzato dall’associazione artigiana insieme ad Artigiancassa.

 

 

 

“Le risorse aggiuntive a disposizione nella legge di stabilità per il 2019 devono essere impegnate per sostenere in maniera più efficace investimenti produttivi e promuovere nuove opportunità di lavoro per le imprese sarde” –  hanno spiegato il presidente Regionale della CNA Pierpaolo Piras e il segretario regionale Francesco Porcu, riferendosi al plafond di circa cento milioni di euro di risorse manovrabili di cui il consiglio regionale disporrebbe nell’esaminare la prossima legge di stabilità e che l’associazione artigiana sostiene “debbano essere destinati ad un piano di investimenti finalizzato alla realizzazione delle tante opere di riassetto e messa in sicurezza del territorio che anche gli ultimi dolorosi eventi denunciano come sempre più necessarie e non rimandabili”.

 

Il convegno – al quale hanno partecipato Raffaele Paci, Assessore Regionale alla Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del territorio, Franco Sabatini, Presidente della Commissione Programmazione, Bilancio, Politiche Europee in Consiglio Regionale, Francesco Simone, Direttore Generale Artigiancassa SPA e Daniele Vaccarino, Presidente Nazionale della CNA – ha offerto l’occasione per esaminare un tema, quello del finanziamento bancario, che assume un’importanza cruciale in un contesto economico che fatica a sottrarsi ad una estenuante fase di congiuntura negativa. La difficoltà delle imprese, in particolare quelle medio piccole, impatta infatti sul fenomeno del credito deteriorato (sofferenze, inadempienze probabili o esposizioni scadute) che grava sulla tenuta del sistema bancario e continua a mantenersi su livelli elevati, riflettendosi su un costo del finanziamento che in Sardegna è tra i più alti in Italia. Di contro, molte imprese, in particolare quelle più piccole, vedono peggiorare le condizioni di accesso al credito: secondo una recente indagine della CNA Sardegna, una impresa artigiana su 10, e di queste il 57% indica di aver ricevuto dalla banca una richiesta di rientro, anche se parziale, sui prestiti già in essere, mentre il 9% si è vista rifiutare la concessione di nuovi finanziamenti.

 

Il credito in Sardegna

 

Il credito concesso alle imprese sarde si sta riducendo vistosamente. Considerando sia il breve che il medio-lungo termine, a giugno 2018 il volume complessivo del credito è sceso a 10,2 miliardi di euro. In pratica, rispetto alla situazione di fine 2016, le imprese dell’Isola hanno visto la disponibilità di credito ridursi di oltre 1,8 miliardi di euro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Volume del credito alle imprese in Sardegna (miliardi di euro, esclusi pronti contro termine)

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 Fonte: elaborazione CNA su dati Banca d’Italia

 

 

A calare è soprattutto il credito a breve termine (-27% tra 2017 e 2010, contro il -9% di quello a lungo termine), ovvero proprio la componente più direttamente legata all’operatività delle imprese (credito in conto corrente, anticipo fatture, portafoglio commerciale).

 

Il confronto regionale, inoltre, mostra come il calo delle consistenze registrato in Sardegna, pari al -9,7% tra primo semestre 2018 e stesso periodo del 2017, posiziona l’isola ben al di sopra del dato medio nazionale (-6,5%), con solo Sicilia e Molise che registrano una flessione significativamente maggiore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: elaborazione CNA Sardegna  su dati Banca d’Italia

 

 

La qualità del credito

 

Parte di queste dinamiche si spiega con una maggiore prudenza del sistema bancario regionale che, in questi anni, è stato coinvolto in uno sforzo generalizzato finalizzato a migliorare la qualità del credito. Alla fine dell’anno passato la quota di crediti deteriorati sul totale dei crediti concessi alle imprese è scesa di altri due punti percentuali, portandosi al 40%. Ma nonostante il miglioramento in atto, proseguito anche nella prima parte del 2018, la Sardegna detiene il primato tra le regioni italiane per la peggiore qualità del credito, con solo Molise e Campania in grado di avvicinare i numeri dell’Isola. La quota di prestiti deteriorati si mantiene elevatissima anche per quanto riguarda le piccole imprese (34,7%), ambito dove, in questi anni, si è maggiormente concertata l’attività di normalizzazione del sistema bancario (era il 38,5% nel 2016 e il 43% nel 2014). 

 

 

 

 

Fonte: elaborazione CNA su dati Banca d’Italia

 

 

 

I tassi di interesse: Sardegna tra le regioni più costose, gli artigiani i più penalizzati

 

La maggiore “rischiosità” del mercato del credito regionale, si traduce in un livello del costo del credito che, specialmente per i prestiti a breve termine, pone la Sardegna in testa tra le regioni italiane.

 

Fonte: elaborazione CNA su dati Banca d’Italia

 

Nel 2017, il costo dell’indebitamento a breve termine si mostrava particolarmente elevato soprattutto per le piccole imprese, che hanno dovuto pagare, in media, l’8,8% di interesse annuo, contro una media nazionale del 6,8%, e con la sola Calabria a mostrare un livello più elevato.

 

L’analisi

 

“Se guardiamo ai prestiti bancari per dimensione di impresa – dichiarano i vertici di Cna – cresce la divaricazione a svantaggio delle micro imprese perché anche in Sardegna le banche hanno una minore propensione a finanziare le imprese di piccola dimensione rispetto alle altre anche quando appartengono allo stesso settore e si trovano in condizioni di bilancio simili. Per sostenere la domanda di credito e rilanciare i finanziamenti alle imprese non basta disporre di una buona strumentazione agevolativa, è necessario rilanciare la crescita economica e devono ampliarsi le opportunità di lavoro per le imprese. Su questi due ambiti – continuano Piras e Porcu – la regione è chiamata da un lato a rivedere e correggere le misure agevolative rivolte alle piccole imprese, che fin qui non hanno funzionato (bandi T1 e T2), dall’altro ad approvare una manovra finanziaria con un profilo marcatamente orientato alla crescita, rilanciando gli investimenti attraverso un piano finalizzato alla realizzazione di opere infrastrutturali di messa in sicurezza del territorio che anche gli ultimi dolorosi eventi denunciano come sempre più necessarie e non rimandabili”.


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