Carceri sarde sempre più affollate: a Uta 622 detenuti per 561 posti

“Le carceri sarde assomigliano sempre più a contenitori, utili per alleggerire altre strutture,  non a luoghi per migliorare la qualità della detenzione e facilitare il recupero sociale” denuncia Maria Grazia Caligaris


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“Gli ultimi dati del Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria delineano con numeri oggettivi condizioni di vita sempre più problematiche nelle Case Circondariali di Cagliari-Uta e Sassari -Bancali con un superamento del limite di capienza regolamentare preoccupante perché in costante aumento. Purtroppo, come spesso è stato fatto notare, i nuovi Istituti sorti nell’isola assomigliano sempre più a contenitori, utili per alleggerire altre strutture,  non a luoghi per migliorare la qualità della detenzione e facilitare il recupero sociale”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente di “ Socialismo Diritti Riforme “ , commentando il resoconto mensile del Ministero della Giustizia che fotografa la situazione detentiva in Italia  e nell’isola.
“La Casa Circondariale di Cagliari-Uta, in particolare, registra al 31 ottobre 2017, 622 ristretti  per 561 posti (28 donne – 130 stranieri ), complessivamente + 110,7, con riferimento al numero regolamentare.  Analogamente sono fuori  quota le presenze a Sassari – Bancali 504 presenti per 454 posti  (17 donne – 175 stranieri ), +111% e a Oristano – Massama (275 per 265). Le altre realtà sono quelle di Lanusei  (in cronica sofferenza con 42 ristretti per 33 posti) e Tempio – Nuchis  (al limite  con 167 detenuti  per 168 posti regolamentari ). Alghero sta completando il numero dei detenuti  (123 per 156).
“Appaiono invece inattendibili – sottolinea  Caligaris – i numeri relativi a Badu ‘ e Carros. Secondo il Ministero infatti nella Casa Circondariale di Nuoro sono detenute 149 persone per 370 posti letto (17 stranieri  – 4 donne ). Forse però chi ha elaborato i dati ha dimenticato che una sezione di circa  140 posti /letto è inagibile, avendo necessità di un intervento di risanamento; un’altra di circa 90 posti non viene utilizzata. Una semplice sottrazione può chiarire meglio la realtà. Anche a Nuoro quindi c’è una situazione di difficoltà (con 140 posti effettivi), accentuata dal fatto che la Direttrice deve curare anche Sassari. Nelle tre Colonie, che dovrebbero essere lo strumento di riscatto sociale, i detenuti aumentano ma sono ancora troppo pochi. Risultano  203 per 393 posti a Mamone  (155 stranieri  76,3%), 112 ad Arbus su 176 (83 stranieri  74,1%); 100 asili su 154 (53 stranieri )”.
“Ancora irrisolta la questione dei Direttori  e dei Vice negli Istituti sardi dove attualmente solo 5 sono in servizio. Insomma in Sardegna i tratti contraddittori si moltiplicano  e non sembra che il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria siano particolarmente generosi con l’isola . La realtà appare ben diversa da quella voluta dal Ministro Andrea Orlando di voler considerare la pena detentiva un’occasione di riscatto sociale. Le limitazioni alle attività che puntualmente si verificano, i divieti perfino all’uso della farina per cucinare in cella, le restrizioni negli acquisti dei prodotti alimentari sono provvedimenti – conclude la presidente di SDR – che non sembra possano aiutare a rieducare i detenuti. Ma questa è una considerazione assolutamente personale “.
Cagliari, 6 novembre 2017