Carcere di Uta, detenuto cagliaritano in gravi condizioni: “Incompatibile la detenzione”

“L’impossibilità di gestire il grave disturbo respiratorio all’interno del Centro Clinico della Casa Circondariale “Ettore Scalas” di Cagliari-Uta ha indotto i Medici a dichiarare l’incompatibilità per C.T., 58 anni, cagliaritano”


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“L’impossibilità di gestire il grave disturbo respiratorio all’interno del Centro Clinico della Casa Circondariale “Ettore Scalas” di Cagliari-Uta ha indotto i Medici a dichiarare l’incompatibilità per C.T., 58 anni, cagliaritano. Secondo i Sanitari, che hanno segnalato il caso alla Magistratura di Sorveglianza, l’uomo, più volte ricoverato per individuare e risolvere la problematica, ha necessità di un intervento gestibile solo in ambito ospedaliero”. Lo afferma in una dichiarazione Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, che nei giorni scorsi si era fatta interprete delle ansie dei parenti e aveva segnalato il caso.

“Sorprende – sottolinea Caligaris – che la struttura ospedaliera a cui è stato mandato il paziente privato della libertà non abbia da subito disposto un ricovero per programmare l’intervento anche in considerazione dell’esito della TAC. L’ultimo esame infatti ha escluso una neoplasia ma ha evidenziato una cisti purulenta che per poter trovare una positiva soluzione deve essere drenata. Il paziente detenuto infatti da alcuni mesi soffre, quasi senza tregua, di una tosse stizzosa che gli impedisce di riposare”.

“Le preoccupazioni dei familiari – sottolinea la presidente di SDR – sono accresciute anche in seguito alla consistente perdita di peso solo in parte compatibile con un normale disturbo broncopolmonare. Del resto anche l’impiego massiccio di antibiotici non ha sortito i risultati sperati. I Medici della struttura penitenziaria hanno quindi deciso di effettuare una serie di analisi pneumologiche. L’ultimo risultato è stato inequivocabile determinando la decisione di un ulteriore ricovero ma in condizioni di incompatibilità detentiva. L’auspicio è che al più presto si possa fare l’intervento per rimuovere la cisti purulenta e procedere con le cure più adeguate in Ospedale. Solo così si potrà restituire piena serenità al detenuto e ai suoi familiari”.


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