Migranti a Cagliari, bagni da incubo e poche ambulanze per i sardi

L’inchiesta di Alessandro Congia, lo sfogo degli operatori sanitari: “Gli stranieri sono trattati come animali in gabbia, con bagni da incubo senza la possibilità agevole di lavarsi. I medici delle ambulanze sono quasi tutti irreperibili per i sardi perchè impegnati per l’assistenza ai profughi. Perchè una pianificazione così?”


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L’emergenza migranti di questi tre giorni pare essersi conclusa, con la sistemazione degli oltre mille cittadini extracomunitari nelle varie strutture di prima accoglienza dell’Isola. Ma quel che rimane, a detta di decine di operatori sanitari e volontari, è l’amarezza con cui si è dovuta fronteggiare la gestione sbarco, identificazione e stazionamento dei disperati all’interno del campo base al Molo Ichnusa: “Questa è l’accoglienza programmata? Il terminal crociere invaso – affermano, mantenendo il totale anonimato gli operatori – persone trattate come animali in gabbia e messi in brande. Complimenti alla “macchina della Protezione Civile”, col rischio enorme di epidemie, dove sono i bagni? La possibilità di lavarsi? Dove lo smaltimento dei rifiuti? I medici delle medicalizzate reperibili impiegati per l’assistenza ai migranti. Cosi vengono sguarnite le postazioni, nessuna pianificazione, sempre le stesse associazioni e cooperative. Possibile che non ci sia la possibilità di pianificare, di essere pre-allertati e poter organizzare turni equi senza sguarnire il servizio ordinario? Il medico fa 10 ore per i migranti e poi 12 ore notturne in postazione? Oppure smonta dalle 12 ore e va dai migranti? La postazione di Muravera senza reperibilità. Attendiamo il cambio in ritardo perché era dai migranti. Sarroch idem”.

Parole forti, dette da chi ha operato in queste 96 ore terribili senza sosta, le polemiche sottovoce non sono mancate, troppi sbarchi, migliaia di disperati che continuano ad arrivare, strutture al collasso e nel “dietro le quinte” i malumori non mancano. I bagni (quelle chimici), sistemati all’esterno del terminal crociere, c’erano ma a quanto pare insufficienti. Situazioni surreali che si sono riproposte stavolta con un’entità di sbarco paradossale, ciò che hanno visto forze dell’ordine, volontari, operatori e medici è forse un qualcosa di mastodontico, che viaggia in parallelo alle sofferenze dei profughi. 


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