Via Podgora, si vive tra amianto liquami e blatte: “Comune, ascoltaci”

Conferenza stampa dei Verdi in piazza La Somme: in un appartamento di 40 metri quadri una famiglia vive in un tugurio fatiscente in condizioni igieniche disperate. Succede a Cagliari, fine 2013


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Vivere in un tugurio tra amianto, liquami, blatte e topi. Succede in un appartamento di 40 metri quadrati di via Podgora 2, nel cuore del quartiere San Michele. Un alloggio popolare assegnato il 13 luglio 1995 “in via precaria e provvisoria”, ma che di fatto é diventata la residenza della stessa famiglia per 19 lunghi anni. “Non chiediamo molto, solo di poter vivere con dignità e senza pericoli per la nostra salute”, é il grido d’aiuto del capofamiglia Tonino. Oggi una conferenza stampa dei Verdi in piazza La Somme per denunciare la situazione. “Non é possibile – ha sottolineato Roberto Copparoni, coordinatore Verdi Sardegna – che nel 2013 ci siano esseri umani che vivono in queste condizioni, spero che il sindaco ascolti questo grido d’allarme e intervenga”.

A vivere da 19 anni nella casa-tugurio, di 40 metri quadri distribuiti sostanzialmente in tre camere, é la famiglia Podda. Marito, Tonino di 45 anni, moglie, Silvia Grussu di 44 anni, e i due figli di 24 e 17 anni. Un alloggio freddo, tra umidità, muffa, blatte e topi. E amianto che fa da copertura a una sorta di cucinino all’ingresso dell’abitazione. “D’estate viviamo con le blatte e i topi che passeggiano dentro casa – ha spiegato con rassegnazione Silvia Grussu – Il primo anno, addirittura, era scoppiato lo scarico fognario e vivevamo tra i liquami: fortunatamente almeno quel fenomeno non si é più verificato anche perché abbiamo fatto dei lavori a spese nostre. In questi anni siamo passati da un ufficio all’altro senza però una soluzione. Ora basta, il sindaco Zedda ci deve ricevere e insieme trovare una soluzione”. Striscioni di protesta nell’impalcatura dell’impresa che dovrebbe eseguire i lavori di bonifica ambientale. “Abbiamo chiesto che i lavori venissero interrotti – ha aggiunto la signora Grussu – perché é un pericolo per noi e per gli stessi operai a causa della presenza di amianto”.

“Come può il Comune – ha sottolineato Roberto Copparoni – assegnare queste pseudo case, e peggio ancora, far eseguire dei lavori di bonifica con la presenza dei nuclei familiari all’interno delle abitazioni. Soprattutto dopo che la stessa Asl ha certificato che si tratta di abitazioni inagibili e pericolose”. In un documento datato 4 luglio 2003, l’allora responsabile del servizio Igiene edilizia, urbanistica e degli ambienti circostanti della Asl 8 di Cagliari, definisce l’abitazione del signor Podda un “appartamento in stabile fatiscente”, con locali “privi di areazione”, con cucina non regolamentare “ricavata in veranda chiusa con copertura in onduline”. Conclusioni: “caratteristiche di abitabilità carenti”.