Flumini e Is Mirrionis: tutti i segreti dei cognati boss della droga

Giovanni Meloni e Roberto Nairi, ecco chi sono i due boss della droga presi oggi dai Carabinieri: tra pizze e slot machine, una vita pericolosa sempre in bilico. Sino al blitz di oggi, con un vero arsenale e tanta droga nascosta


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Tra loro c’è un grado di parentela che li tiene stretti, un passato e un presente da veri e propri boss della droga. Da Flumini di Quartu fino al quartiere “chiacchierato” di Is Mirrionis: volti noti quelli dei due pregiudicati cagliaritani, finiti in manette dopo il recente blitz dei Carabinieri, hanno alle spalle una lunga lista di episodi legati soprattutto allo spaccio della droga. Giovanni Meloni, (a sinistra, nella foto), il pizzaiolo 45enne, originario di Gergei, nel 1995 si era macchiato con la giustizia per un grave episodio di omicidio per il quale scontò 20 anni di reclusione: all’interno del suo terreno a Flumini i militari hanno rinvenuto un autentico arsenale. 

I 9 fusti interrati hanno dato alla luce hashish, marijuana e poi una roulotte, con dentro i fucili (un calibro dodici rubato da un’abitazione nel settembre del 2015, tre carabine ad aria compressa), sette involucri cilindrici in plastica contenenti esplosivo da cava del peso complessivo di 10 chili, 1.650 cartucce per arma corta, 500 grammi di cocaina, una cinquantina di chili di tipo marijuana in infiorescenza e ancora 250 grammi di hashish. Nell’abitazione di Roberto Nairi, (nella foto, a destra), originario del quartiere Is Mirrionis a Cagliari, ma residente a Flumini, sono stati sequestrati 6mila euro in contanti nascosti dietro un pianoforte e marijuana e hashish occultati in un sacchetto dell’immondizia.

Il pregiudicato cagliaritano era salito alla ribalta della cronaca dopo il blitz di qualche anno fa, iniziata esattamente nel 2014, della Guardia di Finanza nel locale-sala slot machine “Black Diamonds”, in via Del Fangario: i militari delle Fiamme Gialle avevano messo i sigilli al locale e individuato beni per un milione e 600 mila euro a lui riconducibili per reati connessi al riciclaggio di denaro col traffico di sostanze stupefacenti. In quell’occasione, ad insospettire la Guardia di Finanza, era stato l’episodio dell’agosto del 2013 dove in via Col del Rosso nei confronti di Nairi  furono esplosi quattro colpi di pistola che lo ferirono di striscio. Meloni si trova in cella a Uta con le accuse di detenzione ai finii di spaccio di droga, detenzione illegale di armi, munizioni ed esplosivo.