Omicidio di Is Mirrionis, lo scontro su Fb e Whatsapp poi il sangue

Svolta clamorosa nell’inchiesta: arrestato anche il padre di Martin Aru. La Squadra Mobile ha ricostruito oggi in una conferenza stampa i dettagli dell’omicidio di Sandro Picci: dalla lite sui social alla pistola detenuta illegalmente, ecco come è nato il gesto folle di Martin Aru. Il ruolo del padre


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(Nella foto, la conferenza stampa in Questura. In alto, nel riquadro, gli arrestati, Massimiliano e Martin Aru)

Una storia di insolita follia, un omicidio compiuto in un quadrilatero che lega via Castelli e Is Mirrionis,  sfociato da una banale lite su Facebook e whatsapp, tra aggressore e vittima, da cui poi si sono innescati pesanti malumori, seguiti da una sorta di azione punitiva vera e propria con l’uso di una pistola calibro 65 con matricola abrasa e detenuta illegalmente che ha decretato un epilogo assurdo.

L’OMICIDIO. La drammatica vicenda, che ieri pomeriggio ha sconvolto i residenti di via Pertusola a Cagliari, è stata ricostruita nei dettagli stamane durante una conferenza stampa congiunta con il dirigente della Squadra Mobile della Questura, Alfredo Fabbrocini e con il comandante del Nucleo Investigativo dei Carabinieri, Michele Cappa: in carcere a Uta sono tuttora rinchiusi padre e figlio, Massimiliano e Martin Aru (quest’ultimo il killer che ha sparato uccidendolo, Sandro Picci), a disposizione del Pm Guido Pani. Il padre Massimiliano, 48enne, sarebbe coinvolto nella vicenda dell’omicidio avendolo accompagnato sul luogo dove poi è avvenuto il diverbio fatale.  

(Notizia in aggiornamento)


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