La Pineta 2 chiede 100mila euro di danni per “Frastimiamo i locali”

Clamorosa decisione dei titolari del ristorante di via Bacaredda: si sentono diffamati dal noto gruppo Fb “Frastimiamo e lodiamo i locali di Cagliari” e chiedono un risarcimento record alla ragazza che ha scritto il post. Chiesti 10mila euro anche all’ex dipendente che aveva scritto: “A parte su caddozzimini, il titolare è uno strano convinto”


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Un post diffamatorio su un noto ristorante di Cagliari che vale 100 mila euro di danni. A tanto ammonta il risarcimento chiesto dal gestore del ristorante “La Pineta due”, in via Bacaredda, nei confronti di una ragazza che ha giudicato il locale in modo piuttosto pesante nella pagina facebook “Frastiamiamo e lodiamo i locali”.  Un commento fatto a metà dicembre e che ha portato all’annullamento di prenotazioni nei giorni successivi, una perdita collegata alla cattiva pubblicità fatta nel social network. E ora interviene il giurista di impresa, Piero Marconcini Murgia, che si occupa dell’aspetto legale del locale, con una diffida al pagamento di centomila euro per il danno di immagine cagionato.

Il post incriminato. “ Nuova gestione della “Pineta 2”. Entriamo nel locale,  il deserto del Sahara: conoscendo e apprezzando la vecchia gestione mi sono a dir poco stupita. Comunque veniamo accolti da un cameriere che ci fa accomodare. ZERO MUSICA DI SOTTOFONDO, ZERO PERSONE.. c’era un silenzio di tomba, dovevamo bisbigliare per non far sentire i cavoli nostri all’unico cameriere della sala. Una tristezza infinita!!! Ci portano i menù: deserto del Sahara 2 la vendetta! Non c’era molta roba… Pochissima scelta, tutto carissimo (fuori c’era un menù diverso da quello che ci hanno portato al tavolo, o meglio fuori dal locale c’era un menù più ampio, se no non sarei mai entrata)! Fatto sta che due primi (tagliatelle al ragù bianco e pasta alle arselle), 3 secondi (cotoletta alla milanese unta e bisunta di olio), due bottiglie di acqua e due dolci, di cui uno a dir poco offensivo da servire… la bellezza di 110 euro!!! Piccola parentesi sul “dolce offensivo da servire”: il cameriere ci elenca i dolci della casa, nominando la “classica torta al cioccolato”. “Mh, buona”- ho pensato ingenuamente.. Era torta al liquore. E non UN PO’ di liquore… bruciava alla gola da quanto liquore c’era, il cioccolato si sentiva poco e niente, la copertura di cioccolato che ricopriva il dolce era talmente dura che a momenti dovevo farmi portare una trivella per tagliarla.. Insomma! “Classica torta al cioccolato” un par de palle!!! Un furto. La cosa più triste è che nel menù c’era il prezzo solo dei primi e di qualche secondo che per i miei gusti era troppo caro, quindi abbiamo ordinato delle cotolette che c’erano scritte nel menù di fuori, il resto veniva elencato da quel povero cameriere solo. Insomma, delusa. Ci hanno fatto lo sconto di 10 euro, forse perché ci hanno visti scontenti, e forse perché si sono resi conto che 40 euro a testa per un pranzo scarso e di qualità discutibile, era un tantinello troppo. Mi meraviglio che un locale così sia ancora aperto! Ora mi spiego il perché della poca affluenza. Ladri!!!! Non andateci!!!”.

“Posto che il personale di sala, sul momento, non ha ricevuto nessuna contestazione in relazione alla commestibilità ed alla genuinità di quanto servito – si legge nella diffida inviata dal giurista di impresa Piero Marconcini Murgia all’autrice del post – non trova accoglimento una simile critica in quanto priva di presupposti se non una valutazione di parte sul ristorante. Posto che il diritto di critica può, eventualmente, essere accettato salvo con le dovute maniere ed il buon senso evitando l’offesa, non sono gradite le parole: “..Mi meraviglio che un locale così sia ancora aperto! Ora mi spiego il perché della poca affluenza. Ladri!!!! Non andateci!!!”, poiché diffamatorie e lesive del prestigio e del decoro sia dell’attività commerciale che del gestore. La pagina con il post sono state già acquisite per mezzo di attività di acquisizione di computer foresic, con copia validata a mie mani. Con la presente, fatta salva l’azione penale che è in fase di valutazione da parte del gestore del locale,la diffido al pagamento della somma di 100 mila euro, fatto salvo il maggior danno derivante dal danno di immagine cagionato e cagionando (in quanto difficilmente rimovibile dalla memoria dei singoli tale post, su un’utenza di circa 14800 persone oltre il passaparola del web), oltre le spese di intervento della scrivente. In caso di un suo silenzio finalizzato alla bonaria definizione del contenzioso, trascorsi dieci giorni dal ricevimento della presente, il gestore del ristorante provvederà ad attivare la successiva fase giudiziale, civile e penale, per il ristoro di quanto richiesto, con riserva di costituzione di parte civile nel costituendo procedimento penale”.

Ma non finisce qui. È previsto anche un risarcimento di 10 mila euro a carico di un ex dipendente del ristorante di via Bacaredda che ha rincarato la dose con un duro commento collegato al post diffamatorio. “Io ci ho lavorato per quattro giorni a marzo di quest’anno. Il titolare, a parte su caddozzimini, è uno strano da paura convinto di essere un grande chef, ma pogarirari. Per la poca gente era cosi anche quando c’ero io: il sabato 15 coperti. Ah dimenticavo, il pizzaiolo era il lavapiatti!!”