Il Papa: “Cagliari come Rio: giovani sardi, non perdete la speranza”

Commovente abbraccio a Cagliari di Papa Francesco con migliaia di ragazzi sardi: “Non cedete alla lamentela, la dea dell’inganno: dai fallimenti si può ritrovare la forza per ripartire”


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“Uno di noi, Francesco uno di noi”, è il coro dei giovani che accoglie Papa Francesco nel Largo Carlo Felice. La sua discesa dal centro storico, in mezzo alla folla straripante di Buoncammino e piazza Yenne, è stata come un enorme brivido sulla schiena di almeno 300mila persone. Papa Francesco sorride, bacia sulla fronte i bambini, abbraccia forte i giovanissimi malati, saluta i carcerati. Il Papa di tutti, la persona speciale che ha ipnotizzato il mondo nel 2013, suggella una domenica che resterà per sempre nella storia di questa città.  Sono i sorrisi, sono i volti, sono quei  lampi di speranza negli occhi della gente, che fanno la differenza. Il Papa resta quasi sbalordito da una intera Regione in festa, che partecipa commossa e composta: Cagliari mette in vetrina tutta la sua bellezza, quella delle mura antiche, del mare, del sole, ma anche e soprattutto quella della sua gente.

Le ragazze hanno le lacrime agli occhi, mentre fotografano il suo arrivo nel Largo con gli Iphone e le cover coloratissime, un flash per non dimenticare. Colpisce, soprattutto, l’incredibile messaggio di speranza che Papa Francesco è riuscito a infondere nei ragazzi in poche ore a Cagliari. In una Regione che lui stesso ha raccontato ferita dalla disoccupazione. “Cari giovani di Sardegna, vedervi mi fa ricordare la giornata mondiale della gioventù a Rio de Janeiro”, esordisce così il Papa nel Largo.

Chiede ai ragazzi “pensate alle vostre esperienze di fallimento”, come il punto da cui ripartire con forza, la forza di rialzarsi dopo le sconfitte. “Ho letto le domande che mi avete spedito: l’esperienza di fallimento a volte ci lascia vuoti, ci scoraggia. Una cosa da non fare è lasciarsi vincere dal pessimismo e dalla sfiducia. Voi giovani non potete e non dovete essere senza speranza, un giovane senza speranza non è giovane. Un giovane senza gioia è preoccupante, perde la sua stessa giovinezza.  Chi vende morte vi offre una strada quando siete tristi: per favore, non regalate la vostra gioventù a coloro che vendono morte. Voglio essere sincero, non vengo qui a vendere un’illusione: vi dico, guardate avanti, fidatevi di Gesù, Gesù non è un’illusione. Il  Signore è vicino ai nostri fallimenti, alla nostra fragilità,non dovete spaventarvi davanti alle difficoltà. Giovani di Sardegna, gettate davvero le reti e prendete il largo. Un giovane non può lamentarsi continuamente come in una veglia funebre, quando tutto sembra fermo e stagnante, quando i problemi personali ci inquietano, la fede in Gesù conduce a una speranza che va oltre. Aprirci a Dio per aprirci agli altri, anche a piccoli passi. Amicizia, solidarietà: anche voi siete chiamati a diventare pescatori di uomini. Ieri ho fatto il 60esimo anniversario del giorno in cui ho sentito la voce di Gesù nel mio cuore, in 60 anni il Signore mi ha fatto sentire fortemente che dovevo percorrere quella strada.  Tanti anni di gioia ma anche di fallimenti e fragilità, 60 anni sulla strada del Signore, sempre con lui. Non mi sono pentito, perché anche nei momenti più bui del peccato mi sono fidato di Gesù che non mi ha mai lasciato da solo.  Siate sempre uomini e donne di speranza”. E sotto le lacrime, la commozione, la felicità di esserci di tanti ragazzi sardi: “Papa Francesco il Gigi Riva della squadra di Dio”, e Cagliari continua a festeggiare l’abbraccio con il Papa speciale. “La dea lamentela è un inganno”, e migliaia di ragazzi vanno via con questo messaggio nel cuore.


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