Regione, guerra alla movida: “Via i tavolini a mezzanotte a Cagliari”

È guerra alla movida cagliaritana. La Regione con un documento sta per spazzare via dalla città a mezzanotte tutti i tavolini. La lotta al rumore nei centro abitato sarebbe alla base del provvedimento. La lettera ha gelato il sindaco Zedda, l’assessore alle Attività produttive Cilloccu e soprattutto il mondo della movida cittadina: in testa gli operatori del centro storico: “Sarà un disastro. In tanti dovranno chiudere”


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di Ennio Neri

È guerra alla movida cagliaritana. La Regione con un documento sta per spazzare via dalla città a mezzanotte tutti i tavolini. La lotta al rumore nei centro abitato sarebbe alla base del provvedimento. La lettera ha gelato il sindaco Zedda, l’assessore alle Attività produttive Cilloccu e soprattutto il mondo della movida cittadina: in testa gli operatori del centro storico: “Sarà un disastro. In tanti dovranno chiudere” 

Il limite all’orario di apertura delle attività che si svolgono nelle concessioni di suolo pubblico all’aperto è stato imposto al tavolo tecnico costituito all’assessorato regionale alla Difesa dell’Ambiente: i tavolini potranno rimanere fino alle 24 per tutto l’anno con la sola esclusione del periodo estivo per il quale l’orario potrà arrivare fino all’una di notte il venerdì e il sabato. 

Il primo cittadino cagliaritano, secondo i verbali, ha tentato una mediazione e proprio oggi ha inviato all’assessore alla Difesa dell’Ambiente una nota per chiedere la riconsiderazione del limite massimo dell’orario di apertura. Nella nota Zedda, non avendo altra soluzione possibile, ha precisato che “qualora la richiesta di riconsiderazione del limite massimo degli orari di apertura non dovesse essere accolta, seppure consapevole delle inevitabili conseguenze negative sulle attività commerciali, provvederà a firmare l’ordinanza per la regolamentazione degli orari con le modalità indicate dal tavolo tecnico”.

“Il provvedimento”, attacca l’assessore alle Attività produttive Cilloccu, “costituirebbe un precedente pericoloso per tutti i comuni a vocazione turistica della Sardegna”.

E esplode la polemica: “Sarà un disastro. Chiuderanno il 50 % delle attività in piazza Yenne”, lamenta Andrea Zucca, Grotta Marcello. “Mentre un comparto intero riesce nonostante alla crisi a crescere, a dare lavoro, a trasformare con sforzi questa città, un comitato di pochi e la Regione Sardegna, stanno riuscendo tramite un assurda richiesta a vanificare anni di sacrifici”, denuncia su facebook Emanuele Frongia, “oggi è sul tavolo dell’amministrazione comunale, la richiesta da parte della Regione di bloccare il servizio negli spazi assegnati i suolo pubblico alle 24. Praticamente un salto nel passato. Questo significherebbe ovviamente il dover riportare gli arredi all’interno delle attività con la conseguente in pratica chiusura delle attività”.


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