Chiatte e baretti per la movida al porto: “Cagliari come Sydney”

L’idea è quella di aprire ristoranti e locali notturni al porto sopra chiatte di legno per portare la movida a pochi passi dal mare e dal centro. Anche per dare un po’ di respiro ai residenti del centro storico da anni afflitti dai decibel della vita notturna. “Il ministero per ora ha detto no”, risponde Massidda, “convincerlo spetta al nuovo presidente”


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Come nella baia di Sidney. Certo mancherà la vista sull’Opera House, ma l’idea è quella di aprire ristoranti e locali notturni al porto sopra chiatte di legno per portare la movida a pochi passi dal mare e dal centro. Anche per dare un po’ di respiro (e ore di sonno in più) ai residenti del centro storico da anni afflitti dai decibel della vita notturna. Sì può fare? “Certo”, risponde l’ex presidente dell’Autorità portuale Piergiorgio Massidda, “ma  bisogna convincere il ministero, troppo rigido sugli aspetti legati security. Per questo serve un presidente dell’Authority forte e in grado di farsi ascoltare”.

Di ieri il bando pubblicato anche sul sito del Comune: negozi che apriranno nel terminal crociere. Di sicuro il water front sarà tra i protagonisti dello sviluppo della città del futuro: parco degli Anelli e rione Sant’Elia, nuovo stadio, padiglione Nervi, restyling quartiere fieristico e via Roma pedonale, quasi tutti interventi (tranne la Fiera) già approvati o finanziati. E la movida cagliaritana, fondamentale in chiave turistica, giocherà un ruolo importante. Oltretutto limitare l’impatto del rumore sul centro storico (tante le lamentele dei residenti di Castello e Marina per gli schiamazzi nelle ore notturne) porterebbe benefici anche a molti cagliaritani. E il porto potrebbe essere la soluzione. L’attuale gestione (l’ente è sotto commissariamento) lascia rassegnato chi spera nelle trasformazioni più innovative in tempi brevi, pertanto si dovrà  attendere l’arrivo del nuovo presidente dell’Authority che dovrà lottare per aprire gli spazi portuali alla città.

I negozi apriranno al terminal e c’è l’idea di dare l’ok a un albergo. Forse un beauty hotel per i diportisti. Ma qualche anno fa si è ipotizzato anche altro. “Io ci avevo provato”, spiega Piergiorgio Massidda, ex presidente del porto e consigliere comunale del gruppo #Cagliari16, “la mia idea era quella di imitare Sydney: sistemare lunghe chiatte in legno coi baretti sopra al molo di Ponente: un luogo meraviglioso e sconosciuto della città, riparato dal vento dove la musica non avrebbe disturbato nessuno e dove la profondità delle acque è molto bassa. Avevo anche proposto”, prosegue, “di allestire una struttura mobile per la vendita e la degustazione di prodotti tipici come cozze e ricci di mare nelle vicinanze della Torre della quarta regia. Ma si è opposto era il ministero che considera il porto come l’aeroporto, dove sono consentite solo attività legate alla propria funzione. Tenete presente che in passato c’era stata opposizione anche alla passeggiata di Su Siccu perché, secondo loro, avrebbe disturbato l’ammiragliato. Il porto secondo la visione del ministero, deve separarsi dalla città, io dico che invece la zona di security ci dev’essere, ma non tutto il porto deve essere security e qualche area può essere messa a disposizione delle esigenze della città”.

Movida tra i moli portuali? La decisione al prossimo presidente dell’Authority.

 

Foto Maryland viaggi


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