Davigo a Cagliari: “Corruzione, la soluzione è in mano ai cittadini”

“Ci sono organismi sovranazionali che chiedono con insistenza all’Italia di mettere un freno alla corruzione, e una classe politica italiana che non ne vuole sapere. La soluzione non spetta alla magistratura, ma ai cittadini”. Con queste parole ha chiuso la sual ectio magistralis Piercamillo Davigo, Presidente ANM, questa mattina nell’Aula Magna di Palazzo Belgrano per partecipare al primo dei seminari promossi dal Rettore Maria Del Zompo.


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“Ci sono organismi sovranazionali che chiedono con insistenza all’Italia di mettere un freno alla corruzione, e una classe politica italiana che non ne vuole sapere. La soluzione non spetta alla magistratura, ma ai cittadini”. Con queste parole ha chiuso la sual ectio magistralis Piercamillo Davigo, Presidente ANM, questa mattina nell’Aula Magna di Palazzo Belgrano per partecipare al primo dei seminari promossi dal Rettore Maria Del Zompo.

 

“Sta a noi essere sempre più determinati come parte sana della società – ha aggiunto il Magnifico concludendo l’incontro – Anche per questo abbiamo organizzato una serie di seminari culturali e scientifici su temi di grande attualità, per dare la possibilità ai tanti studenti, docenti e cittadini che hanno risposto al nostro invito di approfondire argomenti importanti per la nostra società”.

 

Dopo i saluti istituzionali del Prefetto Giuliana Perrotta e del Presidente del Tribunale di Cagliari Mauro Grandesso Silvestri, è stato il prof. Pietro Ciarlo, costituzionalista e Prorettore all’Innovazione e semplificazione amministrativa, a presentare il dottor Davigo: “Il pool di Mani pulite era costituito da magistrati quarantenni, nati e cresciuti nel clima culturale della nostra Repubblica liberi da condizionamenti – ha detto il docente di Diritto costituzionale –  Quei magistrati oggi rappresentano per tutto il nostro Paese i giudici della effettiva indipendenza della magistratura, per effetto della quale la politica è tornata ad una posizione ordinaria nel nostro ordinamento”.

 

“Il punto cruciale è la collocazione del Pubblico ministero nel nostro ordinamento”: questa la premessa da cui è cominciata la lectio magistralis del Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, che ha quindi approfondito le ragioni della necessità del bilanciamento dei poteri: “Il diritto oggi – ha aggiunto – è solo in minima parte nazionale. In caso di contrasto delle leggi italiane con le norme comunitarie prevalgono queste ultime. Questo basta a spiegare la grande attività da fare e illustra concretamente numerosi casi di contrasto tra la magistratura e la politica nazionale”.

 

“Il Pubblico Ministero è indipendente e libero quanto un giudice – ha poi dettagliato il magistrato nel suo appassionato intervento – fa parte dello stesso ordine giudiziario ed è il capo della polizia giudiziaria: queste sono le particolarità più decisive che lo connotano nel nostro ordinamento”.

Quindi la ricostruzione degli anni più duri della nostra Repubblica, ricchi di riferimenti personali: “Nel ’78 ero appena diventato magistrato – ha ricordato – Con il sequestro Moro sembrò che lo Stato, improvvisamente, non ci fosse più. Ma il momento di svolta arrivò con l’uccisione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, perché lui veniva percepito dalla gente come eroico difensore delle istituzioni”.

 

Quanto alla corruzione, oggi essa “è seriale – ha detto il dottor Davigo – chi corrompe non si limita certo al singolo caso. Chi è dentro queste pratiche tende sempre a creare un ambiente favorevole intorno a sè. Molte indagini sono partite da tentativi di corruzione di un impiegato onesto”.

 

Nel pomeriggio, l’appuntamento è nell’Aula magna Maria Lai di via Nicolodi (parte alta di viale Sant’Ignazio).


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