Migranti, coppia di Assemini gestiva il business sbarchi: 7 arresti

Anche una donna di Assemini di 35 anni tra i sette arrestati. Una vera e propria organizzazione dedita al concorso e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di cittadini extracomunitari


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Una vera e propria organizzazione malavitosa, con base a Cagliari, dedita al concorso e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di cittadini extracomunitari.

Un business in piena regola creato sulla pelle dei cosiddetti disperati, coadiuvata con una rete di abili truffatori che riuscivano anche a gestire i documenti di viaggio falsificati per coloro che in Sardegna sbarcavano sui barchini sulle coste sulcitane. Gli investigatori sono però riusciti a sgominare la banda, al termine dell’operazione denominata “Doppio Cielo”. 

L’ORGANIZZAZIONE. A capo dell’attività illecita, (monitorata dagli investigatori da dicembre 2016), in grado di gestire un vero e proprio traffico di extracomunitari tra il Nord Africa e la Sardegna, un algerino trentenne, Nabil Sadki, residente da alcuni anni ad Assemini e sua moglie, Simona Durzu, 35enne, operaia di una ditta di pulizie del cagliaritano. I due avevano creato una sinergia criminale con altri complici offrendo un “servizio a pagamento” ai loro connazionali che, una volta sbarcati, avrebbero avuto necessità di un titolo falso per poter circolare liberamente in Europa: tariffe imposte per ottenere le carte false dai 100 ai 400 euro, oltre alle altre attività di trasferimento verso le altre località oltre Penisola.

Gli altri arrestati sono il 18enne marocchino Otman Kadimi, un algerino residente a Capoterra Ali Mohamed KhannoufiEddine Najm Boumelit, di 24 anni, Ramzi Sai, 24enne e un giovane minorenne R.B., 17enne. L’importante operazione è avvenuta grazie alla sinergia tra la Squadra Mobile cagliaritana, coordinata dal dirigente Alfredo Fabbrocini, con gli uomini della sezione Aeronavale della Guardia di Finanza, guidati dal Tenente Colonnello Italo Spalvieri e quelli del Reparto Prevenzione del Crimine oltre alle questure di Roma, Sassari e Nuoro. Gli indagati, su provvedimento della Procura della Repubblica di Cagliari, si trovano rinchiusi a Uta a disposizione del pm, Liliana Ledda: l’accusa per tutti è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

 


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