Cagliari, risarcimento record a vittima di incidente stradale

R. è stato vittima di incidente stradale nell’estate del 2013: era il passeggero di un’auto che si è ribaltata su una strada provinciale. Da subito le sue condizioni sono apparse gravissime


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R. è stato vittima di incidente stradale nell’estate del 2013, era il passeggero di un’auto che si è ribaltata su una strada provinciale. Da subito le sue condizioni sono apparse gravissime: in pericolo di vita, operato d’urgenza, ha dovuto subire una degenza di lunghi mesi presso l’unità spinale dell’Ospedale Marino di Cagliari. La diagnosi comunque terribile e senz’appello: tetraplegia, lesione midollare cervicale che comporta l’immobilizzazione degli arti inferiori e superiori. La sua vita cambiava drammaticamente: da ventenne spensierato con aspettative brillanti nel mondo delle arti marziali, a giovane disabile con un futuro segnato da assistenza obbligata e speranza nei progressi scientifici. R. si rivolgeva ad Alberto Palmas, responsabile di Studio Blu di Assemini, quale soggetto specializzato nella tutela nell’ambito della responsabilità civile, per l’analisi di ogni singolo aspetto della sua nuova esistenza oggetto di possibile risarcimento. La squadra multidisciplinare (composta tra gli altri da stimati medici legali, fisiatri, tecnici ortopedici, fisioterapisti, ingegneri) ha così accertato tecnicamente il danno fisico e le molteplici limitazioni e ripercussioni in ambito esistenziale e patrimoniale nonché le molte necessità future che Renato avrebbe dovuto sostenere nella sua vita futura.

 

La compagnia assicurativa del veicolo sul quale era trasportato l’uomo si limitava a formulare un’offerta dal gusto provocatorio di appena 50 mila Euro, ovviamente insufficiente anche a far fronte alle primissime esigenze: la necessità in primo luogo di acquistare, in vista delle prossime dimissioni, una casa idonea alle nuove esigenze e un’auto per il trasporto di Renato. La compagnia assicuratrice confidava con quest’atteggiamento attendista di mitigare le pretese del danneggiato ritenute esose.

La strategia difensiva. Verificata quindi, anche sulla base della pochezza della prima offerta, l’assenza di correttezza e di buon senso della compagnia di assicurazione, R., così orientato da Studio Blu, decideva di rompere gli indugi, interessando del suo caso la giustizia. Con il patrocinio dell’avv. Massimo Palisi, legale di riferimento dello Studio Blu di Assemini, ha promosso in via d’urgenza la causa risarcitoria, al fine di ottenere nel più breve tempo possibile, una somma sufficiente per risolvere il problema abitativo, nell’imminenza delle dimissioni ospedaliere. Svoltasi dopo appena un mese e mezzo l’udienza e sotto la minaccia di una condanna in via provvisoria, la compagnia si trovava costretta a versare spontaneamente l’importo di quasi un milione di Euro, a titolo di acconto. Così a solo sei mesi dal sinistro, a lui era riconosciuta un’importante somma che gli garantiva una prima stabilità economica, ma il percorso per il risarcimento integrale dei danni era appena iniziato.

Il danno non patrimoniale e la personalizzazione. La Corte di Cassazione impone a livello nazionale l’utilizzo delle tabelle per il risarcimento del danno non patrimoniale redatte dal tribunale di Milano come parametro di riferimento per garantire equità nella quantificazione del danno stesso. In tali tabelle la liquidazione del danno viene ricompresa tra un minimo e un massimo. Per giungere a un risarcimento che permetta la reale personalizzazione del danno è necessaria dunque un’attività analitica, specifica e tecnica tesa alla valorizzazione delle ripercussioni della lesione in ogni ambito della vita del danneggiato (sociale, familiare, sportiva, culturale, lavorativa) prevedendo inoltre tutte le esigenze future del danneggiato. In altre parole occorre cucire la richiesta di risarcimento sulla specifica persona del danneggiato, rifuggendo la comodità di risarcimenti standard.

I tempi. La persona macrolesa ha bisogno di risposte concrete: è necessario dare immediatamente serenità al danneggiato, per poi concentrarsi con pazienza nella ricostruzione fedele del quadro dei danni subiti. Il processo promosso da Renato ha soddisfatto queste esigenze con l’invito da parte del Giudice alla compagnia di assicurazione di procedere inizialmente a un sostanzioso acconto e con la volontà dello stesso di approfondire mediante accertamenti tecnici e testimonianze i vari aspetti del danno. Davanti al Giudice sono così sfilati: amici, colleghi di lavoro, allenatori della vittima. Un ruolo particolare l’ha avuto anche Renato, che da sportivo ha affrontato combattivo le schermaglie processuali, superando anche l’imbarazzo di testimoniare nel dettaglio le difficoltà che quotidianamente si trova ad affrontare.

La proposta conciliativa e il risarcimento. Il giudice al termine dell’istruttoria ha convalidato in massima parte le richieste di risarcimento formulate da Renato sia sotto l’aspetto non patrimoniale che sotto quello patrimoniale, quantificando l’entità complessiva dei danni. Il risarcimento finale si attesta intorno alla somma di 3.5 milioni di Euro comprensivi anche del riconoscimento del danno ai familiari della vittima. Particolarmente significativa è l’indicazione del danno non patrimoniale attestando su valori superiori ai livelli massimi previsti dalle richiamate tabelle di Milano. A fronte dell’attività di conciliazione, fattivamente operata dal Giudice (dott.ssa Cabtiza), la compagnia ha dovuto accogliere la proposta, cosi ammettendo platealmente che il precedente suo atteggiamento era completamente inadeguato al caso concreto. E invero nel breve corso del giudizio giungeva a riconoscere come giusto un risarcimento maggiore di ben 70 volte quello inizialmente proposto al danneggiato. Tutto il processo è durato poco più di due anni e mezzo, aspetto anche questo di grande importanza.

In conclusione: Il riconoscimento della personalizzazione del danno così elevata non è facile da ottenere e rappresenta un risultato importante sia per il Tribunale di Cagliari che per la giurisprudenza nazionale, in quanto è una ragguardevole affermazione di tutela della vittima.

Un’unica amarezza, l’entità del risarcimento non restituirà a Renato la vita precedente all’incidente. Non si può parlare di vittoria ma di una lotta nel perdere il meno possibile: si tratta di una cifra importante e dovrà essere sufficiente a coprire le esigenze di R. per tutta la vita.

 


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